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lunedì 22 dicembre 2014

PETRARCA: CALMA E SANGUE FREDDO, NIENTE CAPRI ESPIATORI…

Angelo Volpe auspica serenità, pur nel momento difficile del Petrarca e fa gli auguri a tutti.
Elogia l’incitamento del pubblico alla squadra in difficoltà.
C’è chi sta peggio, ma anche chi sta meglio: l’elogio a Pressutti.
Lo ringrazio pubblicamente per la “graditissima sviolinata” degna del miglior Uto Ughi.

La crisi del Petrarca: probabilmente solo ansia da prestazione, niente più

Sabato, dopo il fischio finale dell’arbitro Blessano che sanciva la disastrosa sconfitta interna del Petrarca contro il San Donà, è successa una cosa curiosa. Amici, ma anche sconosciuti, mi hanno fermato negli spazi antistanti al “Memo Geremia” per chiedermi cosa avrei scritto a commento dell’incontro appena terminato.  A margine del curioso episodio, questo indica come il blog di Enrico Daniele –Boccaccio Rugby News- che gentilmente ospita le mie elucubrazioni rugbystiche, sia molto seguito e apprezzato dagli appassionati petrarchini. Una bella soddisfazione per Enrico. Che con tutta la passione e l’entusiasmo che ci mette, proprio se la merita.

Peccato non ci sia molto da commentare sulla sconfitta di sabato.
Il Petrarca ha probabilmente messo una pietra tombale sull’obiettivo dei play off. Difficile, anche se non impossibile, colmare i 10 punti che separano i bianconeri dai rossoblu rovigotti che attualmente occupano la quarta posizione. Certo, il prosieguo del campionato è ancora tutto da scrivere e prima di fasciarsi la testa è meglio aspettare di rompersela…, tuttavia l’eventualità, al momento, è abbastanza teorica. Ma lo è ancora di più se invece dei numeri si va a considerare la crisi che colpisce attualmente il Petrarca.
Una crisi a 360° che va dal dare la netta sensazione di non sapere cosa fare con la palla in mano, all’incapacità ormai quasi cronica di saper concludere a punti le azioni di gioco imbastite con tanta fatica, alla enorme fatica nel conquistare terreno sui punti di incontro e, per contro, alla estrema facilità con cui si perde terreno attaccando.
Può bastare?
Probabilmente un buon tecnico e conoscitore di rugby potrebbe tirar fuori altri difetti o limiti al Petrarca attuale. Io invece credo di più ad una motivazione psicologica piuttosto che tecnico-tattica. In fin dei conti i giocatori della rosa di quest’anno sono in buona parte quelli delle stagioni precedenti che hanno fatto bene pur mancando l’obiettivo play of di un soffio. Anzi in alcuni settori i nuovi arrivi si sono rivelati anche migliori dei loro predecessori. E allora, in virtù di questo ragionamento, tenderei a escludere l’improvvisa “broccaggine” dei nostri, quanto piuttosto ad una specie di “ansia da prestazione” che attanaglia tutti. Intendo dire che se i primi 15-20 minuti della partita non vanno come devono andare, se invece qualcosa va storto o non secondo il piano di gioco studiato in settimana, ecco che la squadra perde la testa e incomincia sentirsi in dovere di porre rimedio alla situazione con iniziative personali o facendosi prendere dalla concitazione. In altre parole subentra la paura di sbagliare e di non fare bene. Il che porta al risultato esattamente opposto. La squadra si imbolsisce, perde lucidità, smette di ragionare e finisce col perdere la testa. E il rugby, come per gli scacchi, non si gioca senza ragionare o senza la dovuta tranquillità mentale.
Non saprei cosa altro pensare nel tentativo di individuare i motivi dei risultati deludenti (eufemismo?) del Petrarca in questi primi tre mesi di campionato.
A mia memoria non ricordo una posizione di classifica così deficitaria. Forse qualcosa del genere successe ai tempi in cui –mi pare fosse la fine degli anni 90- il campionato passò dal girone unico al doppio girone con play off e play out.
Ma poco importa. Importa molto di più pensare al da farsi.
A tal proposito inutile nascondere che in giro ci sia tanta voglia di un capro espiatorio. Non è da ieri che in tribuna si ascoltano mugugni contro i due tecnici Moretti e Salvan. Quelli che “sanno tutto” li vedono come i principali responsabili della disastrosa stagione petrarchina. Premesso che tutti possono sbagliare e che il Moro e Rocco non hanno mai avuto la pretesa di essere esenti da errori, credo che per il Petrarca sarebbe la cosa peggiore imbarcarsi in un eventuale infausto cambio di allenatori. Intanto perché significherebbe addossare loro delle responsabilità che invece vanno ripartite equamente tra tecnici e giocatori, senza escludere nemmeno la dirigenza ( a questo proposito torna alla mente l’intervista del presidente Toffano: “sono stati sbagliati i nuovi stranieri”…). Chi si ritiene esente da errori scagli la prima pietra, possibilmente dopo un attimo di riflessione e di un esame di coscienza. Cercare il capro espiatorio sarebbe liberatorio per tutti gli altri, il che non sarebbe giusto ed equo. Uno dei princìpi base del rugby è il sostegno. A mio modestissimo avviso in questo momento il vero sostegno in piena aderenza con lo spirito del rugby è quello di rimboccarsi le maniche tutti insieme e, tutti insieme, cercare di uscire da questa crisi nera. Analizzare la situazione e cercare di porvi rimedio senza vittime sacrificali, ma puntando sulle capacità e la voglia di riscatto di chi la baracca bianconera la porta avanti tutti giorni e di chi mette la faccia nel fango sul campo da gioco. Dirigenti, staff e giocatori. E senza escludere nessuno, contorno di appassionati e tifosi compresi.
Sabato scorso dalle tribune della Guizza, dopo che il Petrarca è rimasto in 14 in seguito all’espulsione di Eru, si sono sentiti cori di incitamento. Con la squadra in difficoltà, con l’assillo di non farcela, con il punteggio che impietosamente stava condannando la squadra, il pubblico ha sentito il bisogno e il dovere di incitare i giocatori con una sequenza di Petrarca-Petrarca-Petrarca addirittura commovente. Forse è il mio cuore petrarchino che è troppo tenero, ma la mia sensazione in quel momento è stata proprio di commozione. Soprattutto considerando la proverbiale freddezza del pubblico padovano. Una freddezza che spesso rasenta quasi l’algida indifferenza. Invece sabato no. I sostenitori bianconeri hanno spontaneamente gridato più e più volte il loro affetto e il loro sostegno alla squadra proprio nel momento di maggior crisi. Bel gesto. Bello ed encomiabile perché gratuito, spontaneo e sincero. Io non so se nella testa del Presidente Toffano o di altri dirigenti ci sia l’idea di intervenire allontanando i tecnici Moretti e Salvan (con atteggiamento tipicamente baeonaro). Credo di no, spero di no. Voglio pensare di no.  Proprio in virtù di quei cori Petrarca-Petrarca che si sono sentiti sabato. Che sono incitamento e attestato di fiducia al tempo stesso. Non contro qualcuno, ma per qualcuno. Un qualcuno chiamato Petrarca, nella sua interezza. Con i suoi ragazzi e i suoi tecnici, con il loro pregi e i loro difetti. Mi auguro che tutto ciò non passi inosservato a chi di dovere e venga preso in considerazione in Guizza, laddove si decide la gestione petrarchina.
Se il Petrarca piange, gli altri non ridono… Basta guardare in casa rossoblu degli amati rovigotti. Zambelli spende ogni estate fior di quattrini per allestire uno squadrone che deve (dovrebbe) spaccare il mondo e poi si ritrova a prendere oltre 40 punti dal Mogliano. Non a caso questa pesante sconfitta arriva proprio dopo il passo falso dell’annuncio del cambio di allenatore. Frati fatto fuori anticipatamente a favore di Brunello. “Ars diplomatica” vai a farti benedire….. salvo poi la smentita e l’accusa alla stampa di aver travisato le parole del presidente. Ma a Rovigo quando le cose vanno male bisogna sempre dare in pasto all’opinione pubblica un responsabile.
 Chi invece gioisce, e pure tanto, è Pasquale Presutti, nobile e inveterato condottiero delle Fiamme Oro che a questo punto del campionato si trova addirittura al terzo posto in classifica. Lasciatemi autoincensarmi, ma dopo Fiamme-Petrarca avevo scritto che sul campo dei poliziotti in tanti ci avrebbero lasciato le penne quest’anno. E la classifica attuale va letta proprio in questo senso, assegnando alle Fiamme di Pasquale la palma della rivelazione assoluta della stagione in corso. Congratulazioni e forza Fiamme!
Pasquale Presutti (premiato da Giovanni Pedrini all'ultimo torneo dedicato alla memoria del padre): le sue Fiamme Oro sono al terzo posto in classica generale.
Non succedeva dagli anni settanta. (ph. Paolo Aguzzoni)
Siamo a Natale, il campionato si ferma e riprenderà il 4-5 gennaio con la trasferta a Roma contro la Lazio.
Mesta sfida di bassa classifica oppure rilancio delle martoriate velleità del Petrarca? Secondo voi…?

Buon Natale a tutti.


Angelo Volpe

2 commenti:

  1. Concordo con buona parte dell'articolo riguardante il Petrarca e sono contrario anch'io a trovare "capri espiatori" ma:
    - è vero il problema e probabilmente prima psicologico e poi tecnico - tattico ma è indubbio il fatto che il Petrarca di quest'anno ha fatto sensibili passi indietro nel gioco; i trequarti, a cominciare dall'apertura, ricevono palla sempre fermi e sempre fermi la passano: così non si fa strada. Menniti non è mai stato uno che attacca molto la linea ma prima di quest'anno non ha mai ricevuto palla piantato fermo per terra, idem Marcato quando si è visto. E' evidentemente una disposizione tattica degli allenatori e vorrei capirne il senso
    - Menniti gestisce abbastanza bene al piede ma a differenza defli anno scorsi non sembra avere le idee tatticamente chiare: è colpa sua o le direttive lo vincolano ad un gioco che non funziona? Non sarebbe meglio tornare al passato con giocate più semplici e dirette senza cercare un gioco sofisticato che evidentemente la squadra non è in grado di realizzare?
    - la prima linea è globalmente più forte di quella dell'anno scorso che soffriva sempre e contro chiunque ma i palloni di qualità sono comunque pochi. La driving maul, che era una sicurezza per la squadra, spesso non fa un metro; le terze difendono bene ma hanno poco peso in attacco; l'infortunio di Zago ha complicato le cose sul punto. esistono però i cambi di direzione e la possibilità di uscire dal frontale, sempre che si provi
    - manca la capacità di riciclo che gli anno scorsi si era evidenziata ed anche la puntualità del sostegno
    - gli stranieri: Rocchia si è visto poco sin'ora ma non mi sembra male, vedremo, Suà è indubbiamente di categoria superiore ma dopo un inizio scintillante ora non incide più di tanto, commette sciocchezze notevoli ed errori da principiante, non è più elettrico come all'inizio; Eru è alto ed in touche se la cava, ma non vale nè Mathers nè Middelton; Woodhouse è stato preso come estremo ma nel ruolo ha fallito ed è stato riciclato da centro togliendo il posto a Favaro: secondo me, aldilà di qualche iniziativa (è bravo a far strada anche se placcato),, Favaro è senz'altro più forte in difesa ed altrettanto valido in attacco
    - per supplire alla mancanza di un estremo di ruolo si è inventata la soluzione Capraro che ha dei numeri interessanti ma non conosce il ruolo e risente del livello notevolmente inferiore da cui proviene (serie C); Viene teleguidato in campo da Menniti e da bordo campo da Salvan che si è trasformato allo scopo in porta acqua
    - manca cattiveria agonistica e grinta, la squadra sembra troppo spesso sgonfia e quasi impotente
    - il sostegno del pubblico è a singhiozzo, spesso si critica a ragione, altrettanto spesso si trattano da brocchi elementi che invece il loro lo fanno
    e c'è il problema leadership in campo!
    Spero che la sosta serva a ritrovare la strada giusta perchè le potenzialità ci sono ed aldilà dei playoff, oramai difficili, c'è ancora la possibilità di avere togliersi qualche soddisfazione
    Bruno

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    1. Grazie Bruno, mi sembra un'analisi corretta, anche dal punto di vista tecnico. Personalmente sono rimasto sorpreso, sabato scorso, dal nervosismo di Menniti Ippolito (in tre anni, mai vista una reazione da "mani in faccia" per il buon Andrea!). Altrettanto concordo sul calo prestazionale di Su'a che soffre il gioco del Petrarca - e dell'Eccellenza in genere - lui abituato a ritmi e a livelli senz'altro più alti. Su Favaro, spezzi una lancia già rotta: non si può tenere fermo un giocatore del genere. Però, ti devo ricordare che è stato tenuto fuori anche per l'infortunio subito a Prato. Credo che Moretti e Salvan non abbiano perso la fiducia in Francesco e se lo tengono più tempo in panchina, lo facciano per il suo bene. Piuttosto, ho criticato apertamente la scelta di far giocare Targa, con una spalla in disordine: il risultato si è visto sabato...ora dovrà rimanere fuori chissà per quanto. Chiudo con la leadership: al Petrarca manca almeno da quando è andato via Mercier, che sarà stato "matto fin che vuoi", ma sapeva tenere in piedi la squadra. Mi auguro che Chicco Conforti possa degnamente sostituire nel ruolo di capitano Enrico Targa e dia alla squadra quello spunto di cui ha bisogno per mettere a frutto le qualità. Che ci sono, ma vanno tirate fuori al più presto!...PS: per non risultare "Anonimo", visto poi che ti firmi, prima di pubblicare il commento fai scendere la tendina qui sotto e scegli l'opzione URL/Nome, inserendo il tuo. Buon Natale!

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