Passa
inosservato il ventesimo anniversario della morte dell’uomo che ha fatto la
storia del Petrarca.
Giusto
qualche giorno fa, con amici, si ricordava l’imminente ventennale della
scomparsa di Memo Geremia.
Ci
si chiedeva quale sarebbe stata la sua reazione di fronte all'attuale posizione
in classifica del Petrarca, mai così critica da almeno 15 anni.
E questo,
anche rispetto alle dichiarazioni rese alla stampa dal Presidente Toffano - quasi
con rassegnazione (pur in assenza di una “condanna definitiva”) - quando invece
sarebbe servita una solida sferzata per ricaricare gli animi di orgoglio ed entusiasmo.
Ieri,
7 gennaio 2015, ricorreva il 20° anniversario da quando Guglielmo “Memo”
Geremia ha passato la palla e il testimone all'attuale dirigenza.
Pare
che nessuno se ne sia accorto: nessun cenno sul sito della società, nessun
comunicato stampa ufficiale…niente.
Peccato.
Ce
l’ha ricordato Elvis Lucchese (giornalista veneziano, attento e appassionato,
puntuale e meticoloso nella sua ricerca storica di tutto ciò che riguarda la
palla ovale italiana e mondiale), che ha fatto di Memo un bel ritratto sul suo
blog “La terra del rugby”.
L’articolo,
grazie ai social network, ha fatto il giro delle bacheche in tutta la rete.
(http://venetoblog.corrieredelveneto.corriere.it/2015/01/07/rugby-come-educazione-alla-vita-20-anni-fa-la-scomparsa-di-memo-geremia/).
E
i commenti, a volte aspri e duri, non si sono fatti attendere.
Chi,
a mio parere, ben identifica la grave mancanza da parte della società
bianconera, é un amico molto vicino al Petrarca che fa riferimento al vecchio
detto veneto “magna e desmentega”.
E’
la perdita di memoria storica, tipico
male del nostro tempo, una deriva verso cui,
purtroppo, l’ambiente petrarchino sembrerebbe essersi ormai già avviato.
Qualcun’altro
si sarebbe aspettato una commemorazione, da ufficiare nella cappella del Centro
Sportivo del Petrarca, proprio a voler ricordare un Uomo che ha dato sostanza e
lustro alla nostra società.
Purtroppo,
di Memo Geremia resta solo un nome a grandi lettere cubitali all’ingresso degli
impianti.
Un
po’ poco per ricordarlo, specie ai più piccoli che varcano ogni giorno quei
cancelli e magari neanche sanno bene quanto Memo rappresenti per il Petrarca e
per la Città di Padova.
Enrico DANIELE
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