Sei anni insieme
al Boccaccio Rugby News…e alla fine ci scappa pure l’intervista
Prima
di scrivere questo post sono andato
indietro nell’archivio del blog per ripercorrere questi sei, velocissimi anni
trascorsi col Boccaccio Rugby News.
Un
po’ divertito, nel rileggere i primi
post scritti con una penna abbandonata poco più che adolescente e per
l’incapacità di esprimermi con competenza su uno sport che, adesso come allora,
per me ha ancora molti “lati oscuri”.
Sorpreso,
tuttavia, perché scorrendo le statistiche mi accorgo che da quel pomeriggio di
Natale del 2010, i post scritti sono tanti e tanti anche voi che li avete letti. Secondo il conteggio statistico
di Google è un po’ come se, in questo tempo, ogni padovano avesse letto almeno
due pagine del Boccaccio Rugby News.
Mi
rendo conto della pazienza (ahimè!) che
avete avuto nel leggerli e della responsabilità
che ha comportato scriverli … se l’avessi saputo, probabilmente, ci avrei
pensato su prima di iniziare.
Proprio
qualche giorno fa mi soffermavo a riflettere con un amico sull’importanza che
hanno le “parole scritte” rispetto a
quelle semplicemente “dette”. Queste
ultime possono anche non essere ascoltate o comprese appieno, mentre quelle scritte restano: si possono
(ri)leggere, contestare o accogliere, condividere. Sempre. Come un libro che si
legge appena comprato, ma che all’occorrenza ritrovi nello scaffale, anche dopo
anni.
I
blog sono nati come surrogato dell’agenda personale, del diario quotidiano. Per
un blogger raccontare se stesso, le
proprie emozioni, sensazioni, i propri interessi, non è più un fatto privato, tutto è messo in una vetrina infinita, scritto su web
anziché su taccuino. Tutto è condiviso con tutti e, quindi, l’importanza della
scrittura, assume un valore diverso.
Quello che condividi lo legge chiunque,
da qui la “responsabilità” di chi
scrive.
Ecco
che lo stupore di essere letto diventa al
tempo stesso timore al pensiero che ciò che scrivo può esser letto da tutti.
So
bene che in questi sei anni non sempre
ciò che ho scritto è piaciuto ma, in tutta onestà, è quello che mi sentivo
di esprimere, quello che pensavo, sia che mi firmassi Mileno o Enrico.
Mi
sono spesso confrontato con chi mi ha contestato: qualcuno è diventato un amico caro (tuttora ci si
sente anche solo per un saluto). Per qualcun altro sono rimasto solo quello “col peccato originale”, la penna
anonima dietro un buffo pseudonimo.
A tutti vorrei dire che sono sempre stato me
stesso, ogni volta che ho scritto, e che le critiche mi sono servite per
cercare di migliorare me e il mio modo di scrivere.
Quanto ai tanti “lati oscuri” del mio sport
preferito rimane viva la mia voglia di esplorarli, di scoprirli,
di parlarne confrontandomi con voi, magari anche sbagliando, ma sempre
con l’entusiasmo di provare a capire…dove cavolo va a finire la palla ovale
quando rimbalza!
Buon
anno!
Dimenticavo,
di seguito il link del sito SuperScommesse.it con l’intervista che ho rilasciato, dopo Natale, ad Andrea Di Ceglie, che ringrazio. (http://www.superscommesse.it/notizie/boccaccio_rugby_news__lente_d_ingrandimento_sul_petrarca_rugby-10355.html)
E’ un regalo che, in
fondo, mi avete fatto voi,
leggendomi…così, oltre agli auguri, anche un grande GRAZIE!
…e
un grazie anche a chi ha la pazienza
di insegnarmi un “mestiere” difficile
quando fatto veramente bene.
Enrico
DANIELE
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