Unico giocatore in attività del Petrarca
ad aver militato in Nazionale.
In occasione dell’incontro inaugurale del Sei Nazioni 2013 della
Nazionale Azzurra all’Olimpico, contro la Francia, sono stati consegnati i “Caps”
agli atleti che negli anni hanno indossato la maglia azzurra.
Molti i giocatori del Petrarca che hanno avuto l’onore di indossare la
casacca azzurra nelle varie epoche. Tuttavia un solo giocatore, ex azzurro, veste
tutt’ora la maglia bianconera: Pietro
Travagli, classe 1981, mediano di mischia, 4 scudetti vinti con tre club
diversi.
Pietro Travagli con il "cap" azzurro (foto di Elena Barbini) |
Incontriamo Pietro nella sede del Petrarca alla Guizza, all’uscita
degli spogliatoi e ne approfittiamo per fargli alcune domande.
Boccaccio Rugby News: Quando è nata
la tua passione per il rugby?
Pietro Travagli: All'età di 9 anni. Ho incominciato a giocare nell'Under
11 della Benetton Rugby, squadra della mia città. Nella società della Ghirada sono
cresciuto giocando in tutte le squadre giovanili ( Under 11/13/14/16/18/20), dove
ero anche il capitano, vincendo tutti i campionati per ogni singola
categoria. In particolare ho vinto 2 scudetti nazionali con l’Under 20 nel 1998
e nel 2000.
BRN: Ti ricordi le tue prime gare?
PT: Ricordo che l'anno che ho cominciato a giocare con l'Under 11 della
Benetton abbiamo partecipato al prestigioso Trofeo Bottacin al Centro Memo
Geremia del Petrarca. Ho disputato la finale per il primo posto, proprio contro
il Petrarca nel campo 1 (n.d.r. campo nel
quale gioca tutt'ora), sotto una grandinata mai vista e di fronte ad una
tribuna piena di spettatori.
Abbiamo vinto quella finale e ho segnato anche una meta. Alla fine del
Torneo sono stato premiato dai Petrarchi come miglior mediano di mischia del
Bottacin: premio che conservo tutt'ora gelosamente in camera mia, a casa di mamma
e papà.
BRN: Dopo le giovanili, qual è stato il tuo
primo club del massimo campionato, e in quali altri club hai militato in
carriera?
PT: A 18 anni sono stato inserito nella rosa della prima squadra del
Benetton Rugby e ho vinto il titolo nazionale nel 2001, a 20 anni.
Ingaggiato dal Rugby Viadana, l’anno successivo, ho vinto il mio
secondo scudetto nel 2002.
Al Petrarca arrivo per la stagione 2002-03.
Nel 2004 ho vinto il mio terzo scudetto, di nuovo con la Benetton
Treviso.
Poi altre 2 stagioni a Viadana.
Nel 2006-07 sono stato ingaggiato dalla squadra di Premiership inglese
Bath Rugby.
Tornato in Italia ho militato dal 2007 al 2009 a Parma e, dopo lo
scioglimento della società, finisco la stagione a Rovigo nel 2009.
Nel 2010 ritorno a Padova, dove nel 2011 ho vinto il mio quarto
scudetto seniores col Petrarca Rugby.
BRN: Il 3 febbraio 2013 ti hanno consegnato
il “CAP” per le tue presenze in Nazionale. Quando è stata la tua prima
esperienza in Azzurro?
PT: Il mio esordio in maglia azzurra è stato nel novembre del 2004 allo
stadio Tommaso Fattori dell'Aquila contro il Canada, allenatore John Kirwan. Ho
giocato gli ultimi 20 minuti segnando anche una meta.
Poi di nuovo nel 6 Nazioni 2008 e agli incontri internazionali di
Novembre 2008 contro Australia, Argentina e Pacific Islanders, con Nick Mallet
in panchina. In totale ho 9 caps con la Nazionale Maggiore.
BRN: La tua carriera è stata segnata da
alcuni gravi infortuni. I lunghi stop conseguenti, pensi che abbiano
condizionato la tua carriera azzurra? Come sei riuscito a mantenerti ad alti
livelli?
PT: La carriera di uno sportivo è fatta di successi, bellissimi ricordi ma,
purtroppo, a volte anche di infortuni. Rispondendo alla tua domanda, posso dire
che nella mia carriera ho avuto 2 seri infortuni che ho recuperato con altrettanti
interventi chirurgici, perfettamente riusciti: alla spalla nel 2009 e al
ginocchio nel 2010. Momenti molto difficili da superare, fisicamente e
mentalmente. A causa di questi ho dovuto rinunciare rispettivamente al 6
Nazioni 2009 e al Tour estivo in Sud Africa nell'estate del 2010 dove Mallet mi
aveva selezionato per giocare i due test match contro il Sud Africa, campione
del mondo in carica. Peccato. Posso dire, però, che tutte e due le volte dopo
l'operazione ho lavorato duro ogni giorno della riabilitazione per tornare come
prima, riuscendoci.
BRN: Domenica sarai uno dei protagonisti del
150° derby tra Rovigo e Petrarca. Nella tua carriera hai indossato entrambe le
maglie ed hai disputato molti derby. Non ti chiedo un pronostico, anche se so
che tu hai solo in mente di vincere.Come ti sei preparato e che emozioni
proverai a ritornare al Battaglini, tu che già avevi disputato la mitica finale
scudetto del 2011? Quali analogie trovi tra quella finale e il derby di
domenica?
PT: Ogni partita ha una sua storia e, in particolare, ogni derby ha la sua
storia. Ho disputato più di una decina di derby Padova-Rovigo e, sinceramente,
non trovo parole per descrivere quanto bello sia scendere in campo in una
partita del genere. Vorrei che ogni incontro avesse la stessa energia, lo
stesso pubblico e riservasse le stesse emozione del "Derby".
Ricordo molto bene quel sabato di maggio 2011: abbiamo vinto una
partita contro ogni pronostico. E’ stato il mio quarto scudetto. Ma questo è
passato ormai e ora bisogna solo pensare a domenica e a portare a Padova il 150°
derby d'Italia.
BRN: Quale sarà il futuro di Pietro
Travagli?
PT: Questa è la mia quarta stagione al Petrarca. Mi trovo molto bene al
club e sono molto affezionato all'ambiente, alla città e a tutta la storia che
si respira non appena si entra al Centro Memo Geremia. Spero di rimanerci il più
a lungo possibile, per dare il mio contributo per far vincere il Petrarca e,
perché no, togliermi ancora qualche bella soddisfazione.
Enrico DANIELE
Pietro Travagli in azione nella finale scudetto 2011
(foto di Elena Barbini)
Tutta la grinta di Pietro Travagli in una foto del campionato 211-12
(foto di Elena Barbini dal sito Fotografia Sportiva)
Travagli in azione contro il Marchiol Mogliano nella stagione 2012-13
(foto di Massimo Sardena)
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