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venerdì 25 novembre 2011

E’ ARRIVATA LA RICHIESTA DI SQUALIFICA PER GIUSTI

La presa d’atto del Petrarca. Il giocatore paga, ma di chi è la responsabilità?

La Procura Antidoping del Coni ha chiesto due mesi di sospensione per Filippo Giusti.
Il Petrarca ha emesso ieri il seguente comunicato stampa:
“Il Petrarca Rugby prende atto del deferimento da parte della Procura
Antidoping del giocatore Filippo Giusti al Tribunale Nazionale Antidoping con
richiesta di applicazione della sanzione prevista all'art. 4.4 delle Norme
Sportive Antidoping, nella misura di mesi due di squalifica.
La stessa Procura Antidoping ha riconosciuto, peraltro, che è stata ampiamente dimostrata l'effettiva necessità terapeutica, nonché la buona fede dell'atleta e l'assenza di un intento volto a incrementare la prestazione sportiva.
Tuttavia, la Procura ha ritenuto pretesemente violata la normativa in materia
antidoping, sull'asserito presupposto che il comportamento tenuto dall'atleta
non sia esente da assoluta assenza di colpa o negligenza.
Il Petrarca confida nel buon esito del procedimento, attendendo con fiducia la decisione del competente Tribunale Nazionale Antidoping del CONI.”

Giusti in precampionato contro il Rovigo
(Foto Elena barbini)


Non ci piace per niente come sia finita la faccenda ed avremmo evitato volentieri di ritornare sull’argomento, tanta era, ed è tutt’ora, la nostra convinzione sull’assoluta assenza di colpe del giocatore, che invece è costretto a pagare.
In un post precedente e nel BRN n. 38 avevamo trattato il “caso Giusti” con cautela, schierandoci apertamente dalla parte del giocatore (per il quale è immutata la nostra stima), e anche della società, confidando nell’operato e nella buona fede della stessa.
Una domanda però ce l’eravamo posta. Ovvero se la società bianconera, nel caso specifico, era sicura di aver fatto tutto ciò che era possibile per la tutela del giocatore e dell’immagine della società stessa.
A leggerlo con attenzione,
il comunicato stampa emesso ieri, per certi aspetti, é assai contradditorio. Infatti, prima parla di deferimento, poi riconosce che è stata dimostrata la buona fede del giocatore, e successivamente ritiene “pretesemente” ( semmai “pretesamente”) che sia stata violata la normativa antidoping, ritenendo il comportamento dell’atleta comunque non esente da colpa o negligenza.
Il Petrarca, prendendo atto del deferimento di Giusti (chiesti per lui due mesi di squalifica) confida nel buon esito del procedimento.
Anche noi, aldilà dei comunicati contradditori del Coni, confidiamo nella professionalità e nella buona fede del nostro giocatore, che si è semplicemente affidato alle cure e alle competenze mediche specifiche.
Tuttavia, dato per certo che:
a) Il Petrarca sapeva in anticipo che il giocatore era in cura per un’infiammazione all’orecchio con i farmaci prescritti da un medico specialista otorinolaringoiatra (v. comunicato stampa del 15/11 scorso);
b)L’aveva comunicato alla FIR per tempo (come in altri casi era successo), senza ottenere alcun “nulla osta”, altrimenti i medici dell’antidoping lo avrebbero saputo all’atto del prelievo dei campioni biologici;
ci domandiamo perché ciò possa essere accaduto.
E se c'era un pur vago timore delle conseguenze, perché si è fatto correre un rischio così alto al nostro giocatore? Perché rischiare sulla sua pelle?
E confidiamo nella buona fede anche di chi, professionalmente, si è assunto la responsabilità di una tale decisione, ricordandogli però che essere Campioni d'Italia presuppone che queste situazioni non si debbano verificare: per il bene del giocatore, prima di tutto, e per l’onorabilità del Petrarca.

BRN

1 commento:

  1. Bravo Mileno !! Sottoscrivo! Lo trascrivo così non possono dirlo che lo hai scritto solo tu.

    Se il Petrarca sapeva che c'era la possibilità di una positività perchè ha fatto giocare il Giusti ?
    Perchè adesso che la sanzione viene di fatto richiesta per il comportamento non preciso della Società deve pagare il Giusti con la sanzione peggiore per un rugbista ovvero il doping?
    Su questo deve riflettere il giudice e deve ricorrere il Petrarca.

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