Prima vittoria dell’era Brunel.
Era l’unico risultato possibile per entrambe le formazioni: vincere.
Stavolta tocca all’Italia, che lascia il cucchiaio di legno alla Scozia, ma che si deve accontentare di una minestrina in brodo, piuttosto che un bel piatto di spaghetti al ragù.
Quanta fatica e quanti errori per avere la meglio su una formazione che come obiettivo ha avuto solo quello di rompere il gioco degli azzurri. Buona la difesa azzura, come sempre, ma inefficiente l’attacco che, meta di Venditti a parte, non ha saputo “uccidere” al momento opportuno una partita dominata per territorialità e possesso.
Sembra chiaro che questo, oltre a essere l’ultimo incontro di Fabio Ongaro, sarà anche l’ultimo per molti giocatori che hanno dato il loro grande contributo alla Nazionale, ma che ora è giusto lascino spazio a forze fresche.
Una svolta che si rende necessaria subito, in preparazione al Mondiale del 2015. Brunel lo sa: l’aveva capito sin dall’inizio (troppo poco tempo però per rischiare di più) e i nuovi innesti hanno dimostrato che la strada giusta è quella del ricambio.
Si chiude dunque questo Sei Nazioni 2012 per l’Italia dove, a mio parere, Parisse, Barbieri e Zanni sono stati i giocatori che hanno dato maggior continuità di rendimento. Una nota di merito per Castrogiovanni, fermato subito da un brutto colpo alle costole, che se fosse stato a disposizione per tutto l’arco del torneo sicuramente occuperebbe un posto fra i migliori.
La Redazione del BRN
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