O semplicemente un modo come un altro per fare cassa?
RISULTATI PRIMO TURNO
VEA FEMI CZ ROVIGO – PERPIGNAN 12-79
BAYONNE – MARCHIOL MOGLIANO 71-7
CAMMI CALVISANO – AGEN 31-36
GRENOBLE – CAVALIERI PRATO 59-3
Sicuramente, dopo questo mio post, qualcuno mi dirà: “Beh, tu parli così perché il Petrarca è fuori dalla Coppa”. Gli risponderei che non è vero. Parlavo così anche l’anno scorso (http://boccacciorugbynews.blogspot.it/2012/01/cala-il-sipario-sul-sesto-turno-di.html).
Siamo solo al primo turno e la differenza tra i punti fatti dalle nostre squadre e quelli subiti in Europa è abissale. 53 quelli messi a segno dalle italiane (31 solo del Cammi Calvisano – bravi!) contro 245 degli avversari. Un negativo di 192 punti solo al primo turno. Il totale delle mete subite è di 36, mentre quelle fatte sono 5: 4 a Calvisano e 1 di Barbini (Bravo Marco!) al Bayonne. Né più e né meno come gli anni precedenti. Solo l’Agen ha vinto di misura in casa dei calvini per una meta in più. Le squadre spagnole (Bizkaia Gernika 5-85 Warriors) e le rumene (Bucharest Wolves 17-40 Bath Rugby ) fanno più o meno come noi. Bella consolazione!
E la domanda che mi pongo è sempre la solita: “E’ conveniente mandare al massacro le nostre squadre che non hanno praticamente nessuna possibilità di passare il primo turno, solo in nome di un contributo ERC che, a onor del vero è cospicuo, ma che più di tanto non aiuta?”
Ogni anno sento parlare di cambiamenti, che sino ad ora, non si sono visti. L’ERC minaccia l’esclusione delle italiane, per favorire altre realtà emergenti (Russia? Romania?) e, sembra, che alla proposta (italiana?) di far partecipare “franchigie” al posto dei clubs, il board abbia risposto picche.
E allora. Che provvedimenti prendere? Rinunciare alla Coppa (e ai contributi) e chi si è visto, s’è visto? O partecipare (passivamente) al massacro?
Al rugby italiano servirebbe una sorta di “cura Monti”, rivolta ad un maggior risparmio limitando il numero degli stranieri, ed un maggior investimento sulle risorse umane proprie, semmai investendo su tecnici stranieri e sui settori giovanili. Favorendo poi gli interscambi con le squadre estere più forti potrebbe far crescere il livello tecnico sin dalla base. Elevare la qualità tecnica di alcuni nostri migliori giocatori giovani all’estero, senza farli diventare vecchi oltralpe e portarli in Patria quando ormai non ne hanno più (l’esperienza Aironi vi dice nulla?).
Come tutti sanno, non sono un gran esperto di rugby e magari sto scrivendo castronate, chi lo sa, ma mi piacerebbe veramente aprire una discussione su questo tema con chi ne capisce molto più di me: e sono in tanti, per il motivo che vi ho detto sopra.
Discussione aperta, per chi vuole.
Enrico DANIELE
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