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sabato 28 settembre 2013

CAMPIONATO ECCELLENZA: I RISULTATI DELLA 2^ GIORNATA

Rovigo vince il match clou contro Viadana allo Zaffanella.
San Donà strapazza I Cavalieri.
Prima vittoria per la Capitolina.
Le Fiamme Oro sconfitte in casa dai Campioni d’Italia di Mogliano.
Il Petrarca vince, ma non convince.
Moretti: serve più volume ed intensità.
De Angelis: squadre equilibrate, ma troppi errori.

Seconda giornata appena conclusa e già si tirano i primi bilanci.
Non abbiamo assistito alla “goleada” (passatemi il termine calcistico) della scorsa settimana, ma ci sono già alcune conferme.
Tra le prime Rovigo si conferma squadra da battere, Mogliano pure. Passo falso casalingo di Viadana, che perde di misura contro i bersaglieri. Sconfitta anche per i Cavalieri a San Donà.
Dietro, prima vittoria della neo promossa Capitolina a spese del Reggio, ottima la vittoria di San Donà e senza infamia ne lode quella del Petrarca, alla prima davanti al proprio pubblico.
Il match clou si giocava allo Zaffanella dove, ospite di Viadana era la Vea Femi CZ Rovigo.
La differenza la fanno i calci, mentre le mete sono state una per parte.
Ospiti in vantaggio alla fine del primo tempo grazie ai calci di Bergamirco (3-6).
Nella ripresa Viadana pareggia al piede con Fenner (6-6) e Bergamirco risponde (6-9). Pareggio ancora di Viadana con il piede di Fenner (9-9). La meta arriva con Viadana in 14 (giallo a G. Pavan): è Ngawini a marcare, ben imbeccato da Van Niekerk. Trasforma Bergamirco (9-16). Avanti ancora Rovigo con un piazzato da 50 metri di Basson (9-19). Viadana tenta la rimonta con Fenner che va in meta ma non trasforma per il 14-19 finale.
Pomeriggio afoso alla Guizza.
Il cielo leggermente velato e la mancanza di vento ha reso il clima quasi opprimente.
Nota positiva il numeroso pubblico accorso al Memo Geremia per la prima casalinga del Petrarca. Tra gli altri, alcuni volti noti: Leonardo Sarto (fresco di meta in Pro 12), Marco Barbini, Ludovico Nitoglia, Andrea Gritti, Beppe Artuso.
La tribuna è tutta per il Petrarca e freme per vedere all’opera i bianconeri.
L’inizio però è tutto della Lazio che già al 3’ ha la possibilità di andare avanti col punteggio, non fosse che il piazzato da 30 m di Rubini finisce a lato.
Risponde il Petrarca al 7’ con una pericolosa penetrazione di Morsellino, fermato però prima dei 22 laziali. All’8’ Filippucci rimpiazza temporaneamente Ventricelli e i biancocelesti pressano il Petrarca sulla propria metà campo.
Ci prova Jordaan, schierato oggi all’ala, che sfrutta la sua notevole agilità per infiltrarsi tra le maglie della difesa ospite. Nulla di fatto.
Il Petrarca non riesce a costruire azioni corali e si affida troppo alle iniziative personali. Ne approfitta la Lazio, abile a bloccarle puntualmente e a rimettere la palla in campo avversario. Su una di queste, al 25’, non riesce la presa a terra di Cerioni che piuttosto goffamente perde palla in avanti a ridosso dei propri 22. Pericolo per il Petrarca dagli sviluppi della mischia successiva: Rubini sfruttando l’abilità di Nathan (due tra i migliori della Lazio) riesce ad arrivare quasi in meta, fermato da un “in avanti” a 5 metri. Moretti cambia in anticipo la prima linea, sostituendo al 26’ Furia per Novak e al 29’ Staibano, precauzionalmente, per un leggero infortunio, sostituito da Leso
L’andamento della partita non cambia.
Cambia però il punteggio, a favore degli ospiti. E’ Nathan a centrare da poco meno di 50 metri un calcio piazzato (0-3).
Jordaan capisce che con l’astuzia è possibile bucare la difesa laziale e ci riprova con una guizzante azione personale al 34’. Viene fermato da Civetta e, nello scontro alquanto violento, entrambi rimangono a terra. Il sudafricano sembra avere la peggio e viene sostituito immediatamente da Chillon. L’italo americano, invece, dopo le cure dei sanitari si rialza e riprende il suo posto.
Moretti prova a cambiare la mediana, per vedere se il Petrarca riesce finalmente ad impostare qualche ordinata azione corale. Fuori Francescato, dentro Billot.
Ma la musica non cambia e di corale ci sono solo i mugugni in tribuna.
Ci prova Novak a soddisfare le aspettative del pubblico di casa: al 35’ si porta al limite dei 5 metri e scodella per Bettin che è ben piazzato in linea con il centro dei pali ma la sua penetrazione finisce con un “in avanti”.
Replica dei mugugni in tribuna che smettono solo al 36’, perché Menniti-Ippolito rompe il “silenzio” mettendo tra i pali un piazzato dentro i 22 laziali.
Quasi allo scadere Nathan grazia il Petrarca, calciando malamente fuori un piazzato appena fuori dei 22 petrarchini: anche i più forti, a volte, sbagliano.
Finisce 3-3 un primo tempo che vorremmo dimenticare presto.
Già dall’inizio del secondo tempo.
Il Petrarca si presenta al rientro dagli spogliatoi con Jordaan che, ripresosi dallo scontro con Civetta, rimanda in panca Chillon. Entra anche Nostran per Conforti. Tra i laziali Cannone subentra a Pietrosanti.
Gli schemi di gioco non cambiano e si vede pochino, salvo le solite infruttuose iniziative personali: al 2’ Leso fermato per “in avanti” e al 4’ il tandem Jordaan-Morsellino bloccati sulla linea dei 22.
Morsellino lascia per Chillon e al 7’ da una mischia persa dalla Lazio, scaturisce un calcio piazzato che Menniti-Ippolito mette tra i pali da 30 metri (6-3).
Il sorpasso sembra motivare il Petrarca che, ora, si mostra più concreto e preme sull’acceleratore. All’11’ Targa, Mercanti (Man of the match a fine gara), Nostran, Chillon e Novak, rastrellano letteralmente i 22 avversari fermati però ai 5 metri.
E’ il preludio dell’azione successiva che porta il nuovo entrato Nostran a marcare la sua prima meta in Eccellenza al 12’. Facile la trasformazione di Menniti-Ippolito e vantaggio del Petrarca (13-3).
Il gioco continua però ad essere frammentato e per nulla piacevole. A tratti sembra di veder giocare a pallacanestro col pallone che salta dalle mani sopra le teste dei giocatori di entrambe le squadre. Dimenticare in fretta…
L’occasione per allungare ce l’ha ancora il Petrarca al 15’: l’arbitro Liperini si consulta con il guardalinee e richiama Colabianchi, reo di “mani in ruck”. Però il calcio piazzato (da 30 metri, e molto angolato) assegnato al piede di Menniti-Ippolito, stavolta finisce a lato.
Un minuto dopo altra opportunità, stavolta però sfruttata al meglio dall’apertura bianconera: parziale 16-3, massimo vantaggio del Petrarca.
C’è spazio anche per un siparietto poco amichevole al 22’. Liperini lascia fare, poi richiama i capitani con Leso, da una parte, e Fabiani dall’altra. Finisce senza conseguenze.
Al 26’ Nathan muove il punteggio per la Lazio: calcio piazzato facile da 20 metri (16-6).
Sino alla fine succede poco o niente, ma la Lazio centra l’obiettivo di giornata, dichiarato alla vigilia da De Angelis: il punto di bonus, infatti, arriva allo scadere ancora dal piede di Nathan (3/4) per il 16-9 finale.
Partita che di buono ha fatto vedere solo il risultato.
Petrarca ancora molto disordinato e con le idee poco chiare.
Probabilmente l’ansia da prestazione, davanti al proprio pubblico, ha bloccato i bianconeri che, contro avversari assolutamente alla portata, non esprimo la freschezza e lo sprint necessario.
E’ lo stesso Moretti, intervistato a fine gara, a riconoscere che il Petrarca deve ritrovare il giusto atteggiamento mentale. Siamo ancora troppo contratti e dobbiamo ottenere più possesso per sviluppare più volume ed intensità”. Smaltire i carichi di lavoro della preparazione e abbandonare l’atteggiamento “troppo timoroso” potrà far sì che le qualità, che sono indubbie nel XV bianconero, possano concretizzarsi con i risultati positivi sul campo.
De Angelis, il tecnico della Lazio, giustifica in parte i suoi, partiti con qualche handicap fisico (almeno 3 giocatori con qualche linea di febbre). Il caldo afoso ha reso difficile il mantenimento del pallone, reso molto scivoloso dall’umidità, ma riconosce anche la troppa indisciplina che ha prodotto un gioco molto frazionato, penalizzando la velocità, prerogativa peculiare della sua squadra. “Dovevamo fare più punti nel primo tempo, quando ne abbiamo avuto l’opportunità, e leggere l’interpretazione della partita da parte del direttore di gara. Poi la differenza l’ha fatta il Petrarca, che giocava in casa, ed ha avuto uno stimolo in più”
Il tabellino della gara e la classifica aggiornata.

PETRARCA PADOVA vs LAZIO RUGBY 1927  16-9 (3-3)
Marcatori:     p.t. : 30’ cp Nathan (0-3); 36’ cp Menniti-Ippolito(3-3); s.t.: 7’ cp Menniti-Ippolito (6-3); 12’ m Nostran tr. Menniti-Ippolito (13-3); 18’ cp Menniti-Ippolito (16-3); 26’cp Nathan (16-6); 42’ cp Nathan (16-9)
PETRARCA PADOVA: Cerioni; Bellini, Jordaan (34’ Chillon, 41’ Jordaan), Bettin, Morsellino (46’ Chillon); Menniti-Ippolito (v.cap), Francescato (34’ Billot); Targa (cap), Conforti (41’ Nostran), Giusti, Tveraga, Mainardi (67’ Sarto); Staibano (29’ Leso), Mercanti, Furia (26’ Novak).
A disposizione non entrati: Delfino, Marcato.
All. Moretti/Salvan
LAZIO RUGBY 1927: Rubini (35’ Giancarlini); Sepe, Lo Sasso, Nathan, Tartaglia; Bruni, Giangrande (64’ Gentile); Dionisi, Ventricelli (8’ Filippucci; 12’ Ventricelli; 56’ Filippucci), Riccioli (67’ Mannucci),Civetta (79’ Nitoglia), Colabianchi (74’ Datola); Pepoli (67’ Vannozzi), Fabiani, Pietrosanti (41’Cannone).
 A disposizione non entrati: Datola
All. De Angelis/Mazzi
Arbitro: Liperini (LI)
g.d.l.  Navarra (UD) e Brescacin (TV)
quarto uomo: Masetti (AR)
Cartellini: 30’ s.t. giallo Cannone (Lazio Rugby 1927)
Man of the match: Bruno Mercanti (Petrarca Padova)
Calciatori: Menniti – Ippolito (Petrarca Padova) 3/4; Rubini (Lazio Rugby 1927) 0/1; Nathan (Lazio
Rugb1927) 3/4  
Note: cielo coperto, afoso, campo in ottime condizioni, 920 spettatori.
Punti conquistati in classifica: Petrarca Padova 4,  Lazio Rugby 1927  1.


Enrico DANIELE


3 commenti:

  1. Angelo Volpe9/29/2013 2:01 PM

    Che fatica, che sofferenza. Quanti errori, quanta confusione, quanta mancanza di lucidità vista ieri in campo. Una partita che comunque è già migliore di quella di una settimana fa a Prato, ve l’assicuro per esserci andato. Non foss’altro sul piano della disciplina. Eppure davanti c’era una squadra senza grosse pretese, sia pure con qualche elemento di valore. La mia impressione è che sia un problema mentale, di dover arrivare a concretizzare tutto e subito, senza la necessaria calma e serenità. Forse troppa pressione, troppa voglia di fare bene. Forse troppa voglia di arrivare in meta, anche a costo di fare tutto da soli. I ragazzi sono gli stessi dello scorso anno, i nuovi arrivati –a parte un paio- ancora non sono stati inseriti in formazione, quindi li conosciamo bene e sappiamo il loro valore. Non possono essersi “imbrocchiti” all’improvviso. Quindi è sulla testa che secondo me si dovrà lavorare nei prossimi tempi levando scorie inutili e dannose. Cose semplici, fatte bene e con la dovuta calma. Il resto verrà da sé.

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    1. Concordo perfettamente. E' solo una questione di testa! I ragazzi sono cresciuti rispetto all'anno scorso e probabilmente sentono di più il peso di una responsabilità che, lo scorso anno, non avevano. Non c'era la necessità di dimostrare nulla, mentre quest'anno devono far vedere che possono ripetersi, ed è questo, forse, il fattore determinante del tanto individualismo a scapito della coralità.

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  2. C'è un'involuzione ed è sotto gli occhi di tutti. Sia in precampionato che nelle prime due gare ufficiali si è vista la stessa cosa: una squadra slegata, poco aggressiva e nervosa. Tutto il contrario dell'anno scorso dove con il gioco ben orchestrato, sia in attacco che in difesa, la coesione, l'entusiasmo ed il furore agonistico si suppliva al difetto di esperienza e di peso.
    I motivi? Ho sentito parlare di allenamenti poco produttivi perchè i troppi inserimenti di giovani al posto di gente più esperta impedirebbe un proficuo lavoro rallentando l'assimilazione dei meccanismi di gioco. C'è che parla, come nel precedente intervento, di troppa pressione e troppa voglia di far bene, chi al contrario di troppa sufficienza in gente che siccome l'anno scorso ha fatto bene si sente ora già arrivato. Certo è che c'è un problema ed è grosso.
    Speriamo che la situazione si sblocchi perchè le basi per far bene ci sono anche se ad oggi non si vedono molto.
    Bruno

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