Non è mia abitudine
ficcare il naso in argomenti che non mi
competono, specie se abitualmente “trattati in giacca e cravatta”.
E’ già tanto il
dilettarmi in argomenti molto più vicini agli scarpini di un giocatore, piuttosto
che ad altri.
Certo è che, che
leggendo, un’opinione me la son fatta.
Mi riferisco alla
notizia apparsa oggi su alcuni quotidiani, relativa alla nascita di una franchigia veneta di rugby.
Non
quella dei Dogi, come si legge da qualche giorno, per l’improvvisa
accelerata impressa dallo stesso
Presidente CRV, Marzio Innocenti.
No,
di un’altra, non meglio identificata, seppur avanti nella sua costituzione: ci sono nomi e cognomi, un budget iniziale
di 6-7 milioni di euro, e l’idea di coinvolgere
l’azionariato popolare. Il progetto porta chiari i connotati della marca
trevigiana, ma coinvolge anche altre realtà del Veneto.
“Ma i Dogi…non sono la stessa cosa? E
allora, perché farne un’altra?”.
La mia “ignoranza
da rugbista passivo” mi suggerisce una riflessione: “Forse ci siamo dimenticati
un po’ tutti, dei valori del nostro sport, per lasciar spazio al solo
protagonismo”. Con rammarico, darei ragione al mio amico Elvis Lucchese che, qualche mese fa, parlava della retorica che gira intorno a questi valori,
oggi ancora una volta bistrattati.
Ed è un vero
peccato.
Enrico
DANIELE
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