Ancora un episodio discutibile, stavolta in una semifinale
Sul banco degli imputati Calvisano
E’ giusto continuare a calpestare i valori del rugby?
A sx Paz prima della sostituzione, a dx dopo il suo rientro con la fasciatura al ginocchio sx (ph Martina Sofo) |
Tempo
fa Elvis Lucchese nel suo blog “La Terra del Rugby” pubblicato sul Corriere del
Veneto si domandava “quanto c’è di
autentico, e quanto di suggestione, nei valori dello sport della palla ovale?”.
Ricordo
che rimasi amareggiato una volta letto l’articolo, perché Lucchese riteneva ci
fosse tanta retorica più che reale sostanza nello sbandierare i valori
intrinsechi al rugby.
Non
volevo crederci, io che non sono mai stato un rugbista e mi sono innamorato di
questo sport anche per quei valori.
Rispetto
delle regole e dell’avversario, spirito di fratellanza e di gruppo, lealtà
sportiva: tutte chiacchiere?
A
giudicare dagli ultimi fatti sembra di sì, ma non ci voglio ancora credere. Non
posso pensare di cambiare le “regole non scritte” del nostro sport.
Sarebbe
come giocare a rugby con una “pallatonda”.
No.
Non ci sto!
L’ultima
faccenda, amara perché la malafede è più che palese, riguarda l’episodio della
temporanea sostituzione di Paz in gara 1 tra Viadana e Calvisano.
Siamo
a qualche minuto dall’inizio del secondo tempo. Viadana sta vincendo 6-0 e
Calvisano, dopo una touche sulla linea dei 22 è in percussione con Paz che
viene placcato da Denti e Ormson. Dopo lo scontro Paz rimane a terra dolorante,
faccia contro l’erba. Su The Rugby Chanel, che riprende la gara, i due cronisti
commentano il fatto dicendo “…gli è
rimasto a terra il ginocchio…” che si può tradurre con “si è fatto male al ginocchio”. Nel
replay l’azione è abbastanza chiara: un placcaggio in combinata, regolare, come
se ne vedono tanti. A voler guardar bene, Paz scontrandosi con Ormson batte
anche il volto sulla spalla destra del giocatore di Viadana.
Sta
di fatto che uscendo dal campo, fuori dal raggio delle telecamere, Paz non
sembra soffrire per l’ipotetico trauma cranico ma per l’infortunio al ginocchio,
come anche i cronisti sottolineano “…si
sta trascinando un po’…zoppica…una lieve distorsione forse al ginocchio…”.
Al
suo posto entra Marco Susio che, neanche il tempo di scaldarsi, marca una meta
nell’azione successiva.
Passano
pochi minuti e Paz viene fatto rientrare in campo con una evidente fasciatura
al ginocchio sinistro.
Al
termine della gara, vinta da Viadana, l’arbitro Vivarini stila il consueto rapporto
indicando che la sostituzione temporanea di Paz con Susio (e prima ancora
quella di Riccioni con Costanzo) è stata effettuata per concussione HIA (Head
Injury Assessment), procedura introdotta nelle semifinali e finali in via
sperimentale ed in forma ridotta, volta alla valutazione neurologica, in tempo
reale, per gli episodi di sospetti traumi cranici per la tutela sanitaria dei
giocatori, avvalendosi anche delle riprese video del match.
In
buona sostanza, se un giocatore esce per sospetto trauma cranico e, dopo la
valutazione negativa da parte del medico rientra in campo, la sostituzione è da
considerarsi “temporanea” (come succede, ad es. per ferita sanguinante). In
questo caso, la procedura HIA obbliga il medico a compilare un apposito modello
(HIA 1, che indica la procedura di accertamento svolta sul giocatore
infortunato). Cosa che risulta eseguita per la sostituzione temporanea di
Riccioni, ma non per quella di Paz.
Viadana
presenta istanza per “illecito sportivo” al Giudice Sportivo federale,
sottolineando le diverse procedure adottate per le sostituzioni di Riccioni e
Paz. Nel secondo caso, non sono stati chiamati ad intervenire né il dott.
Ieracitano della FIR né il dott. Gregorio, medico della Nazionale U20, entrambi
presenti, a riprova inconfutabile che Paz non abbia subito alcun trauma
cranico, ma un infortunio al ginocchio, come appare poi evidente al rientro in
campo dello stesso giocatore che portava una vistosa fasciatura al ginocchio
sinistro.
Il
Giudice Sportivo, rilevata l’istanza di Viadana, risponde che nel referto
arbitrale non si trova alcun riscontro delle circostanze dedotte dalla società
ricorrente e che “…in ogni caso, la
fattispecie invocata dall’istante non rientra nelle competenze del Giudice
Sportivo…” e omologa la gara con il risultato di 18-12 a favore di Viadana,
rimettendo il fascicolo alla Commissione Medica Federale e alla Procura
Federale per le attività di competenza.
Il
Giudice Sportivo alza le braccia, e dice che non è competenza sua. Si basa esclusivamente sul referto di Vivarini.
Lascia
perplessi la “formula sperimentale” del nuovo protocollo HIA che sembra fatta apposta per lasciare spazio ai furbi, nello spirito del “fatta la legge, fatto l’inganno”.
E’
chiaro ed evidente a tutti che non serve correre dietro a tanti regolamenti per
capire che trattasi di vera e propria “furbata”, anche se Calvisano, come si
legge sulle pagine del Giornale di Brescia, dice di aver comunicato al Quarto
Uomo (Salafia di Milano) la sostituzione per trauma cranico e che lo stesso
assistente arbitrale ne avrebbe autorizzato il rientro.
Anche
volendo pensare a qualche “imperfezione” nel mettere in pratica una “procedura sperimentale”
nel contesto è difficile trovare “buona fede”.
Tra
l’altro, Calvisano non è ultima in episodi del genere.
Lo
scorso campionato, in occasione della gara contro il Petrarca, ad un certo
punto volevano far entrare in campo Salvatore Costanzo (pilone) in sostituzione
di De Santis (estremo). Il direttore di gara, Emanuele Tomò, impedirà l’illecito
ingresso (la gara non poteva svolgersi con quattro prime linee di Calvisano in
campo!) di fatto evitandone la sconfitta “a tavolino”.
Ora l’ennesimo
episodio, che riporta in auge le polemiche sulla presunta sudditanza degli
arbitri a Calvisano e il conflitto d’interessi di Gavazzi, presidente della FIR
ma allo stesso tempo coinvolto in quelli del club di cui è stato uno dei
fondatori.
E
solo l’ultimo di una serie (v. caso Benvenuti, caso “San Donà - Petrozzi”,
elezioni da rifare in Friuli, solo per citare gli ultimi) che riportano a galla
le grosse lacune del nostro movimento che ha solo pretese di “professionismo”.
E i
valori del rugby? Rispetto delle regole e dell’avversario, spirito di
fratellanza e di gruppo, lealtà sportiva: tutte chiacchiere?
Forse
ha ragione Elvis…anche se non voglio crederci.
Enrico
DANIELE
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