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giovedì 7 settembre 2017

Serie A: l’intervista a Rocco Salvan prima dell’imminente inizio del nuovo campionato

Dopo la “stagione dei record” il tecnico ci parla della sua Cadetta

Rocco Salva: dopo aver guidato con Pietro Monfeli la squadra Cadetta dalla serie B
alla promozione in A, si accinge ad affrontare la nuova stagione con uno staff rinnovato.
di Alberto Mantovani
(foto di Corrado Villarà)
Nel primo weekend di ottobre (1/10/2017) inizierà anche il campionato di Serie A.
Il Petrarca affronta per la prima volta l’impegno con una squadra cadetta, capace in breve tempo di passare dalle vittorie del campionato Under 23 alla scalata dalla Serie C alla promozione in Serie A la scorsa stagione.

Alberto Mantovani, ritornato a collaborare con la redazione del Boccaccio Rugby News, ha incontrato uno dei protagonisti della “stagione dei record” della squadra cadetta bianconera: il tecnico Rocco Salvan.

Ci sono interviste e interviste.
Ce ne sono alcune in cui conta trovare le domande corrette, altre in cui importa piuttosto cercare le risposte giuste. E poi ci sono io, che, col fiato ancora mozzo dalla preparazione atletica del primo giorno di allenamento, mi trovo a chiedere al mio allenatore quando avrebbe un momento libero per rispondere a qualche domanda.
Ci incontriamo più o meno nello stesso punto, una settimana dopo, prima di allenamento.
Mentre poggio il registratore sul tavolo, lui si siede e mi chiede: ”Allora, Alberto, di cosa parliamo?”.
Mi siedo e rispondo: ”Prima di parlare della squadra, parliamo un po’ di te.”
Di fronte a me, Rocco Salvan mi sorride di rimando, facendomi cenno di essere pronto.

BRN: “Prima di essere allenatore di Serie A, lavori nella Polizia di Stato: ritieni che ci sia qualcosa nel tuo lavoro che ti aiuti a dare qualcosa in più come allenatore?”
SALVAN: “Sì, in realtà trovo molte similitudini tra quello che faccio al lavoro ed i principi di questo sport: l’essere a sostegno, a supporto di qualcuno, una persona in difficoltà al lavoro come un compagno di squadra in campo; è vero che, negli ultimi anni, con l’avvento del professionismo e l’aumento di visibilità ed a causa delle tante persone con poca cultura non tanto rugbystica, ma proprio sportiva, che vi si sono avvicinate, il rugby ha perso un po’ questi valori. Ma chi, come me, ha avuto la fortuna di viverlo negli anni prima del professionismo sa quanto siano importanti certi rapporti, certi modi di essere, di comportarsi e di rispettare tutti quelli che ti stanno intorno, a partire dagli avversari; è per questo che cerco sempre di trasmettere questi principi ai miei ragazzi: massimo rispetto di tutto e tutti, un rispetto che si deve dare, ma che soprattutto si deve anche pretendere, non tanto a parole, quanto dimostrando con i fatti di essere persone di un certo tipo.”

Pietro Monfeli, tecnico della Cadetti Petrarca promossa in Serie A con Rocco Salvan. Monfeli,
 dopo un grande passato da giocatore prima nelle Fiamme Oro, poi nel Petrarca
e nella Nazionale Maggiore, quest’anno ha chiuso una lunghissima carriera da tecnico.
(foto di Riccardo Callegari)
BRN: “Cominciamo a parlare della squadra, partendo dallo staff tecnico: sei stato confermato dalla società come capo allenatore, ma al tuo fianco non c’è più Pietro Monfeli per la mischia, bensì Giovanni Maistri ed anche Fabio Michielon, il nuovo preparatore atletico. Qual è il tuo rapporto con queste figure?”
SALVAN: “Sì, io sono rimasto e credo che questa sia una cosa naturale: si sapeva già dall’anno scorso che per Pietro quello sarebbe stato l’ultimo anno, con lui ho avuto un ottimo rapporto ed assieme abbiamo raggiunto con i nostri ragazzi un grande risultato; quest’anno, invece, mi trovo a lavorare con Giovanni, passando, quindi, da una figura che ha 25 anni più di me ad una che, certo, non ne ha 25 in meno, ma è comunque una persona completamente diversa, perché deve ancora costruire tutta l’esperienza che aveva Pietro. Tuttavia, Giovanni è un ragazzo intelligente che, tra l’altro, ho avuto il piacere di allenare, pieno di entusiasmo ed è una persona che di questo sport ne sa e tanto e sono sicuro che con il passare degli anni farà sempre meglio. Fabio, invece, lo conosco da molto più tempo: è stato mio preparatore ai tempi del Petrarca, quando allenava Beppe Artuso. Peraltro è un mio collega ed anche lui è molto preparato ed esperto, ma soprattutto ha un tipo di carattere con il quale uno fa veramente fatica a non andare d’accordo: è una persona sicuramente positiva per questo gruppo.”

BRN: “Hai fatto il nome di Beppe Artuso: la sua recente nomina a Direttore Generale della Senior ha “stupito”, ma non troppo, visto che è una figura nota a livello nazionale e lui, dal canto suo, ha risposto subito alla chiamata della società. Come vedi questa nuova figura di nuovo intermediario tra dirigenza e giocatori?”
SALVAN: “Credo che per Beppe sia un passaggio molto importante. Beppe ha allenato per tanti anni ed ora ha fatto questa scelta e penso che fosse per lui il momento giusto di passare dal ruolo di allenatore a quello di dirigente; riveste una figura se vogliamo nuova per il Petrarca ed a mio avviso essenziale per com’è strutturata questa società. Conosco Beppe da molti anni e so che ha sempre agito con passione e dedizione e credo che questo sia il ruolo giusto per lui e per il Petrarca in questo momento”.

BRN: “Passiamo ai giocatori: a parte pochi “vecchi”, vediamo sostanzialmente confermata la rosa dell’anno scorso, con l’aggiunta di nuove leve dall’Under 18, reduce dalla vittoria dello scudetto nella scorsa stagione. Come vedi questa squadra, ora come ora?”
SALVAN: “È un campionato (ndr, quello della Serie A) un po’ particolare, tutto da scoprire, perché la squadra, come hai detto tu, rimane giovane (i più vecchi sono i ’93, oltre a un ’92 e un ’91) e va ad affrontare un campionato nel quale pochi giocatori hanno già fatto esperienza. É un gruppo abbastanza omogeneo di ragazzi molto interessanti e credo che sia un’ottima opportunità che dà il Petrarca ai ragazzi di completare la propria formazione sportiva, soprattutto a quelli che escono dall’Under 18 (ndr, Campioni d’Italia 2016-17), prima di un eventuale inserimento in Prima Squadra. Il livello della Serie A è sicuramente molto più impegnativo di quello della Serie B dell’anno scorso, ma sono fiducioso, perché questa è una squadra che tutte le volte che è stata chiamata a dare qualcosa in più l’ha sempre dato. Perciò spero che quest’anno la risposta continui ad essere positiva e che questa squadra possa far bene anche in Serie A”.

BRN: “Diamo un’occhiata al girone. Troviamo Valsugana, Tarvisium, Vicenza, Udine e Valpolicella. Bene o male, dal momento che la maggior parte dei giocatori proviene direttamente dalle giovanili del Petrarca, sono tutte squadre incontrate prima, almeno in qualche torneo, anche se la Serie A è tutta un’altra storia… O no?”
SALVAN: “Sono squadre sicuramente rodate, tutte in Serie A da un po’ di tempo: Valsugana, Vicenza, la stessa Udine… Negli anni sono cresciute e si sono strutturate, non solo a livello tecnico, ma anche societario. Sono però convinto che anche il Petrarca possa stare in questo campionato. Si sa, nello sport c’è chi vince e c’è chi perde e a volte possono essere determinanti anche gli episodi: noi quest’anno abbiamo la fortuna di giocarci il bonus dell’assenza di retrocessioni, potendo sperimentare, adattarsi alle situazioni e rendersi conto del livello, in un anno in cui, in fondo, nessuno perderà davvero. L’unica sconfitta sarebbe quella di non provarci, di non lavorare nella maniera corretta o di affrontare il campionato con una mentalità sbagliata”.

BRN: “Questo nuovo campionato, come pure gli altri, al di là dell’assenza di retrocessioni, vede anche l’introduzione di alcune modifiche sperimentali alle regole: cosa ne pensi?”
SALVAN: “Le modifiche riguardano due ambiti: la mischia ordinata, e lì mi affido agli addetti ai lavori, perché non sono molto avvezzo a questa fase di gioco. Si parla, in un certo senso, di ritorno al passato, ma non posso dire molto di più. L’altro ambito è il punto d’incontro, dove cambiano un po’ le regole del fuorigioco. In ogni caso, tutte le nuove regole sono state introdotte negli ultimi anni a favore dello spettacolo, della velocità e dell’intensità di gioco. Sta poi a chi gioca interpretarle nella maniera corretta e non trovare sempre la maniera di rivoltarle contro a quello che è il vero spirito del gioco”.

BRN: “Cito testualmente il tuo commento alla promozione in Serie A: “Di mio ci ho messo la capacità nel dare motivazioni, di alzare l’asticella, perché quando si sa di essere superiori si tende a rilassarsi. E questo non è mai successo”. Alla luce di ciò, cosa ti senti di dover dare di tuo a questa squadra in questo nuovo campionato?”
SALVAN: “Di certo quest’anno le motivazioni non arrivano affatto dal sentirsi superiori, perché in questo girone la Cadetta è un po’ Cenerentola. É una squadra che ha tutto da dimostrare, quella con meno esperienza e probabilmente quella più giovane, perciò credo che le motivazioni siano insite in ciascun ragazzo che affronta questo nuovo campionato, che deve mettersi alla prova e capire se può starci. Quello che faremo io, Giovanni, Fabio e tutto il resto dello staff sarà provare a mettere i ragazzi nelle migliori condizioni possibili per potersi esprimere dal punto di vista tecnico, tattico, fisico e saremo sempre presenti e pronti ad aiutarli ed a sostenerli, anche in eventuali momenti di difficoltà, che l’anno scorso non siamo stati abituati a vivere”.

BRN: “Concludendo: un invito e un augurio che fai ai tuoi ragazzi?”
SALVAN: “L’invito è quello di venire al campo il più possibile, perché credo fortemente che il risultato passi per il lavoro. L’augurio, invece, è quello principalmente di divertirsi. Spero che i ragazzi lo possano fare. Per me il rugby è un modo di essere, uno stile di vita, una scelta non facile, perché è uno sport che ti obbliga al contatto e ad una certa predisposizione mentale. Ho tantissimi ricordi di quando giocavo: si faceva tanta fatica, si davano tante botte e se ne prendevano altrettante, ma la soddisfazione andava oltre quello che era il risultato sportivo. Questi ricordi sono quello che rimane davvero: aver vinto o perso una partita in più, in fondo, non è che cambi molto”.


Grazie a Rocco Salvan per le risposte, ma soprattutto per il tempo concessomi. Un in bocca al lupo a lui, a tutto lo staff tecnico ed a tutti i giocatori del Petrarca Cadetta, per il prossimo campionato di Serie A, nella speranza, citando le parole del suo allenatore, che sia ricco di ricordi che rimangono davvero.

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