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lunedì 22 settembre 2014

PETRARCA RUGBY: FINITE LE AMICHEVOLI, IN ATTESA DEL DERBY DAY

Sabato il test match con San Donà ha chiuso le amichevoli di preparazione al campionato.
Il commento di Angelo Volpe sulla pre-season dei bianconeri.

Con la partita di San Donà, vinta sabato scorso per 21-7 dal Petrarca, si è concluso il ciclo degli incontri di preparazione al campionato di Eccellenza programmati da Andrea Moretti e Rocco Salvan.
Calvisano, Benetton, San Donà (due volte), Mogliano (due volte).
Bilancio: quattro vittorie e due sconfitte.
Ma poco contano questi conteggi. Conta molto di più invece verificare lo stato di forma atletica e tattica della squadra, l’omogeneità della rosa dei giocatori, l’assimilazione di schemi di gioco, l’amalgama e la coesione in campo, la messa a punto dei meccanismi delle giocate, la consistenza dei giocatori stranieri e dei nuovi arrivati. Conta molto di più testare la tenuta della prima linea, l’efficienza della touche, la precisione dei calci tattici, lo stato di avanzamento della preparazione atletica. Per ultima, ma non per importanza, la disciplina in campo.
Osserviamo che non si tratta di formazioni sparring partner di serie inferiore, bensì tutte di Eccellenza o addirittura di Pro12. Anche questo è un fattore da valutare.
Cosa possiamo concludere, fatta questa lunga premessa?
A mio avviso il bilancio è più che positivo.
Il Petrarca ha vinto giocando un buon rugby, molto vario, utilizzando sia i trequarti che gli avanti, senza sacrificare nessun reparto od opzione di gioco. Ha perso due partite, ma senza dare l’impressione di essere sovrastato, nonostante l’importanza degli avversari. Contro Calvisano il computo delle segnature in azione di gioco è pari. La differenza è stata fatta da tre mete tecniche. Contro Treviso il Petrarca ha fatto un figurone, anche per demerito dei blasonati avversari che non sono sembrati all’altezza della loro fama (inizio del Pro12 terrificante per il Benetton…). Sia con Mogliano che con San Donà il Petrarca è venuto fuori alla distanza, nel secondo tempo, significando che la condizione fisica è buona, che la concentrazione dei giocatori in campo non ha subito flessioni. Ha segnato sia con la mischia che con i trequarti. Ha subìto e segnato mete tecniche di punizione evidenziando che il reparto di prima linea è quello in maggior sofferenza. Ma è anche vero che è il reparto più “nuovo” della squadra, con quasi tutti nuovi innesti, e tutti molto giovani. I vecchi saggi del mondo ovale predicano che le partite si vincono e si perdono in prima linea, dunque è proprio lì che bisognerà lavorare a fondo per trovare tonicità, forza e amalgama nella spinta.
Finora in prima linea abbiamo visto (chi più chi meno, sono scesi in campo tutti o quasi): Leso, Zani, Vento, Bigi, Gutierrez, Garfagnoli, Cecchinato, Iacob, Delfino, Furia, Ragazzi. Grandi potenzialità con qualcuno che si è già fatto notare più di altri. Seconde linee: Tveraga, Trotta, (in attesa del preannunciato argentino di qualità, Eru, Giusti e Targa possono giocare anche in seconda);
Terze linee: Eru, Conforti, Artuso, Giusti, Zago, Michieletto, Targa, Nostran (finora Zago semplicemente entusiasmante, con Eru - foto a lato - chiamato a fare da punto di riferimento);
Mediani di mischia: Su'a, Francescato (da quel che si è visto Su’a - foto al centro - può essere un giocatore davvero in grado di fare la differenza);
Mediani di apertura: Menniti-Ippolito, Capraro, Marcato (valide alternative per suddividere il peso della responsabilità di gestire il gioco della squadra);

Trequarti: Woodhouse, Bettin, Favaro, Innocenti, Rossi, Casalini, Belluco, Di Giorgio,  Del Ry, Cerioni, Fadalti, Bellini, Benettin (la cavalleria leggera petrarchina ha potenzialità enormi e il peperino Fadalti potrebbe aggiungere quel pizzico di inventiva che ci vuole, da Woodhouse - foto sotto - ci si aspetta affidabilità e consistenza).
Se non ne ho dimenticato qualcuno si tratta di una rosa di ben 39 giocatori. La partita di san Donà ha mostrato come i cosiddetti rincalzi in realtà non meritino una definizione così riduttiva e come non ci sia una grande gap tra “possibili” e “probabili” titolari. La forza di una squadra non si misura con la presenza di grandi nomi, ma con la mancanza di panchinari rassegnati e demotivati. Tutti devono sentirsi “parte del tutto” e contribuire al massimo delle possibilità quando sono chiamati a farlo. Questo significa essere squadra e farvi parte, non come gregari, ma come protagonisti.

E adesso? Adesso, calma e sangue freddo.
L’esordio in campionato, il 5 ottobre, sarà di quelli da cardiopalma. Derby Day contro il Rovigo al Battaglini. C’è chi storce il muso perché la partita più importante della stagione arriva troppo presto. Non ha tutti i torti. Ma ormai il calendario è fatto ed è inutile recriminare. Da qui al 5 ottobre ci sono meno di due settimane che serviranno a Moretti, Salvan e Chillon (preparatore atletico) per sistemare la squadra, oliare i meccanismi, rifinire la preparazione atletica (già molto buona da quel che si è visto), guarire da qualche colpo subito. Il Petrarca troverà un Rovigo che parte con i favori del pronostico insieme al Calvisano per quanto riguarda il discorso scudetto. E per di più, rodato dal doppio scontro contro la squadra rumena di Coppa Europa (ma non è detto che possa invece tornare da Tbilisi scornato e bastonato…..). Per una squadra di giovani come il Petrarca (ancor più giovane dello scorso anno!) il ruolo di outsider si addice alla perfezione. L’importante è che i ragazzi non si facciano impressionare o intimorire dall’affrontare a freddo un avversario forte come il Rovigo. La paura è sempre una cattiva consigliera, perché annebbia le idee e fa diventare molli anche le gambe più forti. Lo staff tecnico sono sicuro che lavorerà in questa direzione, perché i ragazzi sono forti e preparati. Devono solo dimostrarlo in campo senza timori reverenziali.
Facile a dirsi come spettatori, difficile da farsi in campo.
Ma noi sostenitori dal cuore bianconero saremo a bordo campo proprio per incoraggiarli fino all’ultimo minuto.
Forza Petrarca!


Angelo Volpe

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