Una mia riflessione personale, che la spesa la faccio il venerdì sera.
Un lettore del Boccaccio ha postato un commento sull’articolo del Trofeo Eccellenza, che il Petrarca disputa quest'anno in alternativa “forzata” all’Amlin Challenge Cup. Questo mi dà lo spunto per una riflessione personale sui giovani e sul nuovo corso del Petrarca.
Riflessione personale, personalissima, quindi assolutamente opinabile e passibile di qualsiasi critica.
Un grazie a Gianni Ferrari.
In una manifestazione come l’Amlin Challenge Cup, dove il livello degli avversari é quasi sempre di gran lunga molto superiore al nostro, mandare dei giovani allo sbaraglio, non credo serva loro come esperienza positiva. Faccio un esempio: lo scorso anno, in qualche partita di coppa, sono stati impegnati alcuni giovani (chi per pochi minuti, chi per buona parte del match), mentre poi, in campionato, non sono quasi mai entrati in campo. Alcuni nemmeno mai convocati, o molto di rado.
Se chiedessimo a costoro cosa hanno ricavato dall'esordio sulla ribalta europea, credo la risposta più frequente sia: “Nulla”, qualche botta a parte. Così se chiedessimo loro quale tipo di miglioramento tecnico e di accrescimento dell’autostima personale ne fosse derivata da quell’esperienza, la risposta che riceveremmo sarebbe pressoché la stessa: “Nulla”, salvo qualche botta!
Sono del parere che ai giovani sportivi di oggi, servano soprattutto tecnici preparati e competenti, sin dalle giovanili (Under 16) che riescano a motivarli e a tirar fuori il meglio che hanno dentro, sia dal punto di vista sportivo che umano. Servirebbe far fare loro esperienze all'estero, sin da giovani: una sorta di “Erasmus sportivo”. Le nostre squadre di club dovrebbero avere il "coraggio" (leggi: soldi?) per effettuare interscambi tra squadre estere (francesi, inglesi...dell’emisfero sud) in modo tale da ricevere esperienza e farne fare ai propri atleti. Esperienza sportiva, ma anche di vita.
I giovani d'oggi sono già mentalmente preparati alla globalizzazione, cosa che per noi, che abbiamo superato i 50, era impensabile ai nostri tempi. Sono convinto che questo farebbe piacere anche ai loro genitori.
Porto un esempio che ho in famiglia: mia figlia, 24 anni, una laurea, un diploma tecnico post laurea nel campo della moda, da più di due anni con un lavoro stabile in un'azienda del suo settore ed una busta paga da far invidia a gente più "anziana" di lei, ha deciso di andarsene dall'Italia. Destinazione? Australia. Non proprio dietro l'angolo!
Un'eccezione? Non credo.
Nell’azienda in cui lavoro, qualche giorno fa è arrivato un ingegnere junior spagnolo: 25 anni, non una parola in italiano, poco inglese, francese nullo. Capisce un po’ il nostro dialetto, per assonanza. E’ venuto per fare esperienza. Si è presentato in un nostro cantiere dove stiamo eseguendo dei sondaggi su murature e soffitti del 900 (prima dell’anno 1.000…non del 1.900, per capirci). Ebbene, alla vista del polverone sollevato ad ogni sondaggio, dello sporco e dell’umidità che ti appiccica la polvere di calce bianca e sottile sulla pelle e ti penetra sin dentro le mutande, nonché del non trascurabile “piccolo inconveniente” che bisogna “bussare forte alla porta”, palmo aperto della mano, prima di accedere al cantiere, e chiedere “permesso!” alle “gigantesche pantegane” che ivi dimorano (siamo in Piazza San Marco a Venezia), il giovane asturiano non si è perso d’animo. Sarà che in tanti, per venire a Venezia una volta in vita a farsi un giro in gondola pagano conti salatissimi, mentre lui per venirci con la nostra barca viene pure pagato, il giovanotto spagnolo, dicevo, si è tirato su le maniche ed ha cominciato a darsi da fare: sta facendo un’esperienza che, molto probabilmente, in patria non avrebbe mai fatto. Un’esperienza che alla domanda di prima, risponderebbe: “Tantissimo!”, e ho preso pure dei soldi!
Ecco. Penso che se il Petrarca, o un’altra squadra di Eccellenza, iniziasse un rapporto di scambio culturale-sportivo con una società inglese, gallese, scozzese o irlandese, i nostri giovani certamente non si tirerebbero indietro ad una simile proposta.
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Il Presidente Toffano lo aveva dichiarato pubblicamente alla stampa che l’uscita dai play off e la conseguente mancata partecipazione all’Amlin Cup, non era una questione di soldi: bisognava dare una sterzata decisa all’ambiente (tentativo fallito nell’estate dello scudetto) e il "nuovo Petrarca" che é nato ora, sta dimostrando che la sua scelta, finalmente, é stata giusta.
Mi ricordo che, all'epoca della finale scudetto con Rovigo, la richiesta di cambiamento era forte. Qualcuno gufava, dicendo che un'eventuale vittoria al Battaglini avrebbe ritardato la svolta che in molti già da tempo auspicavano. Il Petrarca vinse lo scudetto, la svolta non ci fu e lo scudetto sulle maglie non venne "sfruttato" a sufficienza: direi quasi per nulla. Per una serie di motivazioni che è inutile far riemergere.
Adesso la svolta c'é stata. Ora stiamo parlando del "nuovo corso" del Petrarca, il Petrarca dei giovani, molti dei quali nati e cresciuti dentro i cancelli della Guizza. Il Petrarca giovane che, pur contro un Rovigo ridimensionato dagli infortuni, ma pur sempre il Rovigo, eterno rivale, domenica scorsa ha deliziato la platea del Plebiscito con un gioco preciso, bello ed entusiasmante in tutti i reparti. Persino i cronisti Rai, notoriamente parchi nell’elogiare i colori bianconeri, alla fine hanno dovuto cedere e complimentarsi con Moretti.
Qualcuno guferà ancora, certamente. “…i tifosi non sono mai contenti…” e, cito sempre Toffano, “…i padovani in particolare sono molto difficili da portare allo stadio…” e, aggiungo io, quando ci vengono faticano molto a gridare in sostegno della squadra.
Pazienza.
Ma credo che il Petrarca del “nuovo corso” riuscirà, col tempo, a lubrificare anche le ugole dei più arrugginiti tifosi bianconeri, così come i loro gomiti, poco avvezzi anche a dare moto per sventolare bandiere e striscioni.
Per il derby la squadra aveva chiesto presenza, e presenza c’è stata. Dopo la partita sono stati contenti di aver visto sulle tribune, dopo tanto tempo, pareggiare il colore rossoblù con quello bianconero.
Lorenzo "Lollo"Innocenti in una bella immagine di Elena Barbini |
Lorenzo Innocenti, figlio d’arte, vecchio del Petrarca, ma giovane di età (è un classe 1987 – 25 anni) alla domanda del telecronista che gli chiedeva cos’altro si sarebbe aspettato dal derby di domenica ( due mete personali da manuale e man of the match alla fine), gli ha risposto: “Il punto di bonus”, aggiungendo poi “…ma lo faremo al ritorno!”.
Lorenzo si ricorda benissimo che l’anno scorso, all’andata, il Petrarca vinse meritatamente al Battaglini, mettendo sotto un Rovigo stordito. E si ricorda anche che, quella domenica, a Rovigo c’era uno sparuto manipolo di tifosi bianconeri incuranti del gelido vento tagliente. Si sono goduti la soddisfazione di quella vittoria assieme alla squadra.
Lorenzo, e tutto il Petrarca, vorrebbero presenza bianconera anche sugli spalti del Battaglini (40 chilometri molti li fanno al sabato per andare a fare la spesa!).
Come sempre, io e gli altri, ci saremo: la spesa la facciamo il venerdì sera.
Enrico DANIELE
Dici giusto, la tua è una (lunga) riflessione personale - io che adoro la sintesi rimango del mio parere.
RispondiEliminaGianni Ferrari
p.s. io la spesa la faccio quando serve.
@Gianni Ferrari
RispondiElimina(prima una nota di servizio:se non vuoi apparire come Anonimo, clicca sul label sotto il format del commento e clicca ancora su Nome/Url e digita il tuo nome, che così apparirà al posto di Anonimo...che é brutto, anche se ti firmi)
Leggo ora il tuo commento (oggi, al solito, ho avuto il mio daffare con le pantegane - scherzo!) e mentre leggo, vedo qui a lato, il risultato dei Cavalieri Prato in coppa a Grenoble...mi dispiace molto per i miei amici toscani...sinceramente!
Buon rugby e Forza Petrarca. Sempre!
Fare esperienza è sempre un valore aggiunto e dunque ben venga. Mi pare che la discussione tra Gianni ed Enrico possa sintetizzato così: si fa più esperienza giocando in Amlin Cup o nel Trofeo Eccellenza? Beh, io non ho dubbi in proposito. Molto meglio la partecipazione al torneo europeo che alla coppa del nonno (sorry!). Giocare contro squadre straniere, nove volte su dieci, superiori tecnicamente e tatticamente può solo fare bene, indipendentemente dal risultato. E ricordiamoci che il Petrarca ha sempre fatto figure più che dignitose in coppa, anche vincendo qualche volta e senza mai essere seppelliti di mete e punti (vedasi Prato e Mogliano ieri sera...). Se il giocatore è intelligente e ricettivo qualcosa da imparare la coglie sempre, anche solo osservando gli avversari nel loro modo di giocare e di disporsi in campo. Con questo non dico che il trofeo Eccellenza sia la Coppa del nonno (anche se mi è scappato, sorry) e non serva a nulla, intendiamoci bene. Merita rispetto e impegno per onorare al meglio la partecipazione. E comunque può tornare utile per mantenere il tenore atletico e la confidenza con il clima-partita o per far girare tutta la rosa, ma non può competere con incontri con avversari nettamente più forti e quotati.
RispondiEliminaQuanto ai "soldini" non entrati in cassa con la mancata partecipazione alla Amlin, credo che bruci sicuramente a tutti, in primis al Presidente Toffano che i soldini ce li mette personalmente. Ma al di là di qualche frase buttata lì avventatamente (me la ricordo bene, c'ero anch'io), la verità è un'altra. Vi ricordate quella favola di Esopo, la volpe e l'uva.... quindi il vero significato malcelato in quell'affermazione del presidente è probabilmente l'esatto contrario. Comunque sia è acqua passata su cui è inutile tornare. Ma ad ogni buon conto, ...avercene tanti di quei soldini....!
In estrema sintesi, se il Petrarca scende in campo, io sono lì a fare il tifo, a prescindere che sia una coppa europea o la coppa del nonno...!!!
P.S.: Enrico e Gianni, la spesa fatela quando volete voi... basta che la facciate, se non volete saltare il pasto! ;-))
@angelo volpe
RispondiEliminaE' fuori discussione che giocare con una squadra forte é sempre meglio che farlo con una debole, e perciò concordo con te. Inoltre credo che una vittoria alla "coppa del nonno" valga meno di una onorevole sconfitta in Amlin. Alla luce dei risultati di ieri mi pongo però una domanda: quando una sconfitta assume il valore di "onorevole" e quando quello di "asfaltata"?
E per chiudere: non vedo l'ora che il Petrarca riprenda il suo posto in Amlin Cup! Anche per la "gioia" del Presidente Toffano e delle casse societarie...spesa fatta stamattina...