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mercoledì 30 ottobre 2013

LE CLASSIFICHE INDIVIDUALI ALLA 4° GIORNATA

I migliori piazzatori e metaman dell’Eccellenza
Man of the match: il premio più ambito

Se n’è andata anche la quarta giornata del campionato d’Eccellenza e le classifiche individuali cominciano a prendere una forma più concreta.
La classifica più importante, secondo il mio parere, è quella del “man of the match” che viene assegnata al miglior giocatore di ogni singolo incontro. A designarlo sono i giornalisti presenti e, quando le partite sono riprese dalla Rai, sono i due commentatori a designarlo.
Si mormora che ad essere eletto sia sempre un giocatore della squadra di casa, specie in caso di vittoria da parte di quest’ultima, ma non è sempre così. Ultimamente, ad esempio, il nostro Chris Middleton è stato eletto “mom” dai giornalisti in tribuna a Reggio Emilia.
Domenica scorsa quelli presenti in tribuna alla Guizza hanno avuto una certa difficoltà a stabilire quale giocatore eleggere, in una rosa di candidati tutta del Petrarca, ma alla fine la cravatta della FIR (il premio per chi viene indicato “mom”) è andata a Chris Jordaan, per l’impegno profuso e per la bella meta. A propiziarla una deliziosa “palombella” di Marcato, quest’ultimo anch’esso tra l’elenco dei “papabili”.
In questa speciale classifica, sino ad ora, nessuno ha superato la prima nomina.
La classifica dei marcatori (intesa come “calciatori”, ossia quelli che trasformano le mete e realizzano i calci piazzati) è quella che, in termini di punteggio, è sempre la più alta. Inoltre, i nomi che circolano sono quasi sempre gli stessi. La perizia balistica, infatti, non è cosa per tutti nel rugby e, solitamente, è l’apertura ad avere il piede migliore. Tuttavia, anche giocatori impiegati in altri ruoli (più spesso, ad es. l’estremo o i cosiddetti “utility back” - letteralmente trequarti impiegabili in tutti i ruoli del reparto arretrato) talvolta hanno buone capacità al piede.
E’ il caso dei primi due “specialisti” in classifica: Browne, che nei Cavalieri Estra gioca estremo e Fenner del Viadana, che può essere impiegato sia apertura che ala (come ad esempio ha giocato sabato scorso); ma anche il caso di Bergamasco (che gioca ala) e si alterna a Basson (estremo) per i calci del Vea Femi CZ Rovigo.
Prendo spunto da quest’ultimi due, per osservare che avere più di un giocatore in squadra che sappia calciare non è prerogativa di tutte le squadre ed i vantaggi che ne derivano sono facilmente intuibili. Al Petrarca, attualmente, i calciatori di ruolo sono due: Andrea Menniti-Ippolito ed Andrea Marcato. Il primo, in questa stagione, viene utilizzato prevalentemente per i calci dalla distanza (oltre i 30-40 metri), mentre il secondo per quelli più vicini. Sbaglia chi pensa che calciare da vicino, a volte, sia più semplice che da distanza più grande. Sono memorabili errori di calci dalla piazzola da distanze corte e ben posizionate.
Un cenno all’attrezzo che serve per i calci: il cosiddetto “piazzino” o “piazzola di sostegno”. Serve per sorreggere il pallone, ma anche per inclinarlo, a seconda di come un calciatore intenda direzionare il pallone. Sono di varie forme ed alcuni anche regolabili in altezza. Una volta non esistevano e, per il sostegno del pallone, al giocatore incaricato era concesso l’aiuto di un compagno di squadra (che sorreggeva l’ovale con la punta di un dito) oppure si ricorreva al classico mucchio di sabbia nel quale veniva conficcato il pallone.
Un’ultima curiosità: non è ben chiaro, a giudicare da quanto visto anche sabato scorso in campo, chi abbia il compito di custodire e, all’occorrenza, portare la piazzola al calciatore di turno. Sta di fatto che, in mancanza dell’attrezzo, il giocatore può anche scegliere di effettuare un “drop” (calcio di rimbalzo). Sabato scorso il primo calcio piazzato di Andrea Marcato, in realtà è stato un “drop”: visto che la piazzola non c’era, con molto sangue freddo e con una perfetta esecuzione, l’apertura bianconera ha centrato i pali. Così non era successo a Rovigo, la scorsa stagione, nel 150° derby: Andrea Menniti-Ippolito, trovatosi nelle stesse condizioni, praticò un tallonaggio nel terreno e vi conficcò il pallone che, calciato, non diede esito favorevole.
La classifica dei metaman è quella che determina la graduatoria tra chi segna più mete. Qui i nomi possono essere tanti perché il gioco di squadra permette, teoricamente, a chiunque di segnare una meta. Nonostante ciò, anche qui esistono degli specialisti, quelli che hanno il cosiddetto “killer instinct” (letteralmente istinto di uccidere). Nel Petrarca, in passato recente, prima Costa Repetto (che di ruolo fa normalmente il tallonatore) e poi Steven Bortolussi (estremo/ala) hanno guadagnato il primato in questa speciale ed ambita classifica. Sono due i giocatori che, sino ad ora, ne hanno segnate di più (tra l’altro ex compagni di squadra la scorsa stagione): Guarducci (ala/centro del Marchiol Mogliano) e Steyn (terza linea di Calvisano, ex Mogliano) hanno 4 mete ciascuno in tre incontri (le due squadre hanno già osservato il turno di riposo. Al secondo posto si piazza Fenner con 3 mete (una segnata domenica al Petrarca). Tra i bianconeri Billot e Middleton ne hanno 2 a testa.


Enrico DANIELE

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