Dopo due finali perse,
stavolta Rovigo batte Calvisano 20-13 e vince il suo 12° scudetto.
Ha
vinto il migliore, senza ombra di
dubbio.
La Femi CZ Rovigo stavolta non delude i suoi tifosi, accorsi al Battaglini in numero forse maggiore rispetto alle altre occasioni, e fa
suo un match equilibrato nella prima parte di gara, ma vinto nel
secondo tempo grazie ad una migliore condizione fisica e ad un monumentale Stefan
Basson, quasi perfetto dalla piazzola (5/7), erede di un altro uomo simbolo rossoblu, Luke Mahoney al quale verosimilmente va parte del merito di questo scudetto. E’ lui il migliore in campo,
con Momberg e Bernini che, tuttavia, lascia i compagni in 14
negli ultimi 10 minuti del secondo tempo per un placcaggio su Minozzi,
ancora in aria.
Calvisano era tornato al Battaglini senza il
favore dei pronostici delle scorse stagioni e con alcuni giocatori in precarie
condizioni fisiche (Costanzo e Tuivaiti – sostituiti nel
corso della gara), ma convinto a vendere cara la pelle.
E per tutta la prima parte della gara, in effetti, c’è
stato un buon equilibrio tra le due formazioni con Vlaicu che apre lo
score mettendo tra i pali un drop al 3’.
Non è preciso però l’apertura rumena di Calvisano
che tre minuti più tardi fallisce un’altra occasione dalla piazzola. E sarà
questa una delle chiavi di volta della gara, con Vlaicu che sbaglierà
altri due calci durante l’incontro ed in un’occasione, sul punteggio di 9-6 per
Rovigo, sceglierà di andare in rimessa laterale piuttosto che tentare la
via dei pali. Diversamente farà Basson, che piazza tutto quello che
può, fallendo un solo calcio e la trasformazione della meta di McCann,
realizzata al 23’ st sulla bandierina di destra. Dopo il giallo a Bernini
(30’ st) Calvisano pareggia il conto delle mete con Zdrilich, dopo una
serie di pick & go. Vlaicu trasforma, ma per Calvisano è troppo tardi
per recuperare gli altri 7 punti che mancano per andare ai supplementari e
tentare di vincere il terzo scudetto consecutivo, perché di lì a poco arriva il
fischio finale del direttore di gara, Matteo Liperini (arbitraggio
corretto e fermo nel tenere in pugno il match, specie quando sul finale si
erano scaldati gli animi).
Vince la squadra più forte (20-13), che ha dominato
il campionato, concluso in testa alla fine della stagione regolare.
Lo
scudetto (il nr. 12) torna a Rovigo dopo 26 anni. L’ultimo era stato vinto nella stagione 1989-90,
quando tra le fila dei rossoblù giocava l’allenatore di Calvisano, Massimo
Brunello.
La società di via Alfieri raggiunge il Petrarca in
terza posizione tra le società italiane più titolate (18 Amatori Milano, 15
Benetton Treviso).
“Una grande soddisfazione per il
pubblico, ma anche per la Società”
sono le parole di un Presidente Zambelli molto compito, ai microfoni di
Rai Sport2.
Stefan Basson, l'uomo faro della Femi CZ Rovigo Campione d'Italia ss. 2015-16 (ph Giampaolo Donzelli) |
Il tabellino del match.
Rovigo,
Stadio “Mario Battaglini” – sabato 28 maggio
Eccellenza,
Finale
Femi-CZ Rovigo v Rugby Calvisano 20-13
Marcatori: p.t. 3’ drop Vlaicu (0-3); 15’ cp. Basson (3-3); 19’ cp.
Basson (6-3); 33’ cp. Vlaicu (6-6); s.t. 4’ cp. Basson
(9-6); 10’ cp. Basson (12-6); 17’ cp. Basson (15-6); 24’ m. McCann (20-6); 35’
m. Zdrilich tr. Vlaicu (20-13)
Femi-CZ
Rovigo: Basson; McCann,
Majstorovic, Van Niekerk, Menon; Rodriguez, Frati M. (19’ st. Chillon);
Bernini, Lubian, Ruffolo; Parker, Ferro; Tenga (38’ st. Atalifo), Momberg (cap,
34’-38’ st. Momberg), Quaglio (39’ st. Balboni)
all. McDonnell
Rugby
Calvisano: Chiesa; Canavosio,
Bergamo (25’ st. Minozzi), Castello (cap), Di Giulio G.; Vlaicu, Raffaele (38’
st. Surugiu); Tuivati (25’ st. Zdrilich), Mbandà, Belardo; Beccaris (34’ st.
Andreotti), Cavalieri; Costanzo (21’ pt. Riccioni), Morelli (34’ st.
Giovanchelli), Panico (38’ st. Violi)
all. Brunello
arb. Liperini (Livorno)
Man
of the match: Basson (Rovigo)
Cartellini: 30’ st. Bernini (Rovigo)
Calciatori: Basson (Rovigo) 4/7; Vlaicu (Calvisano) 2/5
Note: serata calda, terreno in ottime condizioni. In
tribuna il Presidente federale Alfredo Gavazzi. Stadio esaurito, 6045
spettatori.
Enrico
DANIELE
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