Quantità non fa rima con qualità e non ne porterà certo l’allargamento a 12
squadre dell’Eccellenza
Al peggio non c’è mai fine.
E’ proprio il caso di dirlo a fronte di un
comunicato stampa FIR che ufficializza quello che tutti conoscevano già ma nessuno
avrebbe mai voluto sentire: un campionato d’Eccellenza 2017-18 senza
retrocessioni in vista di un allargamento a 12 a partire dalla successiva ss
2018-19.
Tutto nell’apparente silenzio delle società che, a
giudicare dai movimenti estivi di mercato, non hanno fatto scintille, come
conseguenza logica di una salvezza garantita a priori. Basti pensare che (porto
un esempio a me vicino) oggi il Petrarca riprende l’attività agonistica senza l’innesto
di nessun straniero a rimpiazzare i tre partenti (Nikora, Irving, Afualo). Nessun
grosso annuncio, solo l’arrivo di 4 speranze
diciannovenni (Braggiè, Cannone, Lamaro e Rizzi) e 2 esperti (Gerosa,26 e Santamaria, 31), che ritornano indietro dal
Pro12 dove peraltro pare non abbiano avuto tanta fortuna (senza nulla togliere
alla qualità degli interessati, sia ben chiaro).
Meglio non hanno fatto le altre squadre e i
cosiddetti “colpi di mercato” finora
hanno fatto meno rumore di un petardo.
Quantità non fa rima con qualità. Anzi, pare proprio
essere il contrario.
Della grappa si butta via la testa e la coda, si
tiene solo il cuore; il vino buono sta nella botte più piccola; tra i
collezionisti le “tirature limitate” sono
quelle più bramate…e così via.
Ma nel rugby tutto pare funzionare al contrario,
come se avessero preso alla lettera la regola fondamentale, conosciuta anche
dai meno esperti: si avanza passando indietro la palla!
Al riguardo è impietosa l’analisi delle classifiche
finali dei campionati dal 2010-11 (inizio dell’era celtica) ad oggi.
Le differenze tra la prima classificata alla fine
della stagione regolare e le ultime due sono abissali (v. tabella sotto). Si
noti ad esempio le differenze punti di Capitolina e Cavalieri (retrocesse
rispettivamente nella ss 2013-14 e 2014-15) rispetto a Calvisano e Rovigo,
prime classificate. Divari enormi che, in campo pugilistico, farebbero pensare
a match tra boxeur di categorie diverse.
Cambiano, anche se di poco, le differenze tra la
prima e le ottave e settime classificate (vedi tabella sotto).
Le ultime stagioni dell’Eccellenza hanno in comune
un divario enorme tra le prime 4-6 squadre e il resto del gruppo e quasi
sempre, ultima e penultima hanno disputato un “campionato a sé” focalizzando sul doppio scontro diretto il loro obbiettivo
stagionale.
Mi sembra un po’ poco per parlare di qualità, anzi
nulla.
Prima l’ingresso nel campionato celtico, che ha
abbassato il livello qualitativo del massimo campionato, ora le mancate retrocessioni
di quest’anno in previsione dell’allargamento a 12 per la prossima stagione, che
farà perdere ancora quel poco di “appeal”
che rimane.
Che tristezza!
E poi, suvvia dai: Eccellenza? Chiamatelo piuttosto “Flop
12”!
Enrico
DANIELE
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