Il
parere di Angelo Volpe su un tema caldo (il progetto del Petrarca) e sui
cambiamenti del Boccaccio
L’amico Angelo Volpe,
portavoce dei Petrarchi, responsabile del Petrarca Rugby News (organo di stampa
ufficiale del Petrarca Rugby), profondo conoscitore della società della Guizza,
dice la sua su una questione importante sollevata, tra le righe, dal commento
di Francesco. Ed esprime un parere anche sul progetto del Boccaccio.
Prendo
lo spunto da un commento rilasciato da un lettore del blog che, partendo da
considerazioni sulla nuova veste del Boccaccio News, passa a dire la sua sul
Petrarca. Cito: “… nel Petrarca ho la
sensazione che non ci sia un progetto, e che non si punti su nulla! Stiamo
diventando soltanto il vivaio delle altre squadre!”.
Devo
dire che ho letto due volte la frase riportata, perché pensavo di non aver
compreso bene. Come si può dire che il Petrarca non ha un progetto e che non
punta ad un obiettivo? Questa che sta per cominciare è la terza stagione della
rivoluzione messa in atto dalla società bianconera che ha deciso di abbandonare
la strada degli ingaggi massivi di giocatori provenienti da altre realtà per
favorire e sfruttare al meglio le risorse interne, ovvero il vivaio
petrarchino. Forse il lettore non se n’è accorto, ma il Petrarca negli ultimi
due campionati ha messo in campo la quasi totalità di giocatori di nascita o
formazione padovana. Fatta eccezione per qualche innesto e di un paio di
stranieri (su una rosa di 30/35 giocatori sono ben poca cosa), gli atleti che
scendono e scenderanno in campo sono quasi tutti “bocia de casa”. Che fanno il
loro percorso di crescita come è giusto che sia. E che, se lo meritano, passano
a club di più alto livello per giocare e sperimentare il gioco fuori
dall’Italia. Per intenderci: andate a vedere nelle due franchigie celtiche
quanti sono i giocatori di provenienza petrarchina. Questo per la presunta
mancanza di un progetto, come asserito dal lettore del blog. Il Petrarca ha il
miglior vivaio d’Italia. E’ una risorsa ed un’opportunità che il Petrarca
attuale cerca di sfruttare al meglio. Se i giocatori nella loro crescita
meritano spazi maggiori e di maggior livello, è giusto che possano sfruttare
queste opportunità. Sarebbe assurdo e non in linea con lo spirito petrarchino
trattenerli a forza alla Guizza.
Quanto
agli obiettivi agonistici, è vero, per due stagioni il Petrarca ha mancato di
un soffio (un misero punto) l’accesso ai play off. Questo significa disfatta?
Significa fallimento di un progetto? Non credo proprio. In entrambe le
occasioni si è trattato di campionati di buon livello, con alti e bassi come
sempre succede quando in campo ci sono giocatori molto giovani (e quelli
petrarchini lo sono tutti). Mancare l’obiettivo di un punto brucia perché
dimostra che il divario con le prime non è abissale, che sarebbe bastato un
niente per accedere ai play off, che a volte con un briciolo di fortuna o
qualche distrazione arbitrale in meno…, e le cose sarebbero andate ben
diversamente. Consolatorio? Non direi, perché a fine campionato l’incazzatura è
stata grande, al pari della delusione. Stimolante e di sprone per il futuro,
certamente sì.
P.S.:
circa il nuovo corso del Boccaccio, faccio i miei migliori auguri a Enrico che
ci mette tanta passione in quello che fa. Conoscendolo un po’, sono sicuro che
il nuovo corso non implicherà assolutamente una minore attenzione alle vicende
petrarchine, quanto piuttosto un allargamento di orizzonti che, date le
potenzialità del mezzo, cominciavano ad essere alquanto “ristretti”.
In
bocca al lupo a Enrico e al Boccaccio!