Il Petrarca in testa alla classifica provvisoria
dopo la vittoria a San Donà
La Vea Femi CZ Rovigo fa suo l’altro derby
veneto battendo Mogliano
Pomeriggio di Eccellenza e
di derby, quello che riguardava il 5° turno del massimo campionato.
Al Battaglini di Rovigo si giocava, forse, quello
più importante tra la Vea Femi CZ Rovigo, aspirante tricolore e il Marchiol
Mogliano, tricolore in carica.
La spuntano i bersaglieri rossoblu che battono
i Campioni d’Italia 26-5. Sempre in vantaggio la squadra di De Rossi
e Frati, nel primo tempo con i calci
piazzati di Bergamasco e Basson (9-0) e nel secondo tempo con i
guizzi di Ngawini a piazzare 2 mete trasformate sempre da
Bergamasco. Per i trevigiani una bella meta di Galon che non è bastata a
ridurre il divario tra la squadra di Mazzariol e i padroni di casa.
Rovigo, con una partita in meno, si posiziona sull’ultimo gradino provvisorio del
podio (3° con 15 punti), mentre Mogliano, con gli stessi incontri disputati,
scende in 6° posizione a 13 punti.
Tutt’altra storia al “Pacifici” di San Donà di Piave,
gremito in ogni ordine di posto, con una buona rappresentanza dei padovani al
seguito del Petrarca.
Gara stilisticamente poco
apprezzabile, ma estremamente combattuta, come era nelle previsioni,
specie nelle fasi statiche. In mischia ordinata la squadra veneziana ha
messo in difficoltà il reparto avanzato del Petrarca che, almeno per metà
della prima frazione di gioco, ha stentato a tenere a freno la notevole spinta
esercitata dai biancazzurri. Tuttavia la squadra di Wright e Dal Sie
trova i primi 6 punti del vantaggio iniziale nel piede di Mucelli che
trasforma dalla piazzola due calci (9’ e 18’ pt) assegnati dal sig. Roscini
(spesso assolutamente indecifrabile, assieme ai suoi assistenti) per due
altrettanti falli di Sarto e Giusti. In precedenza (3’ pt) Taumata
aveva la possibilità di mettere tra i pali un piazzato per un fallo in mischia
del Petrarca, ma il calcio dell’australiano era finito a lato. Forte negli
avanti, ma anche pericoloso coi trequarti l’ M-Three. In almeno un paio di
occasioni, le giocate al piede di Taumata mettono in moto Bona e Flynn
che penetrano pericolosamente nei 22 del Petrarca.
La squadra di Moretti
però, riesce finalmente a prendere le misure dell’avversario e alla prima
occasione di entrare nei 22 avversari (23’ pt), muove il tabellino con il
carico pesante. La bella meta del capitano Enrico Targa arriva dopo un’azione
multifase che ha esplorato tutto il fronte difensivo avversario. Marcato
dalla piazzola non fallisce la trasformazione e il Petrarca mette il
punteggio avanti: 6-7. L’M-Three non subisce psicologicamente il sorpasso dei
bianconeri anzi, si rende maggiormente pericoloso ed è solo per qualche
errore di troppo che non riesce a concretizzare il suo lavoro. Peraltro il
Petrarca non sta certo a guardare e sa rendersi a sua volta assai
pericoloso. Da una rimessa di Cincotto, raccolta da Bellini ad un paio
di metri dentro la propria metà campo, nasce una prima azione in profondità
del Petrarca. La giovane ala bianconera riusciva abilmente a divincolarsi
dalla stretta marcatura dell’avversario e, con un’abile scelta di direzione,
tagliava in diagonale tutta la metà campo avversaria, finendo placcato
piuttosto duramente nei 22 dei veneziani. Nell’azione successiva sarà Bettin
(che aveva sostituito l’infortunato Bellini) a commettere “in avanti” ad un
passo dalla meta. Ma quest’ultima non tarda a venire. Al 35’, in
superiorità numerica per un giallo a Flynn, Billot (uno dei
migliori oggi tra i bianconeri) riesce a rubare palla da una mischia
ordinata di San Donà e posare l’ovale proprio sotto la traversa
avversaria. Marcato trasforma e Petrarca che va al riposo allungando su
San Donà: 6-14.
La seconda frazione di gioco
vede in campo Caporello al posto di Leso e Nostran al posto di Sarto
(già toccato duro nel primo tempo e ricorso alle cure mediche per una ferita
all’arcata sopraccigliare sx). E’ ancora il piede di Marcato a muovere lo
score: dalla piazzola centra i pali al 1’ per il 6-17. All’ 8’ tocca a
Mucelli cercare di accorciare le distanze: ci riesce con un calcio da 25
metri concesso per un fallo in mischia del Petrarca (9-17). Arrivano i cambi
della squadra di casa: fuori tutta la prima linea ed una seconda, e
dentro quattro piloni di ruolo, segno che Wright comprende le
difficoltà del pack avanti bianconero e vuole forzare la mano. Zecchin,
Luca Zanusso, Zamparo e Pesce sostituiscono Matteo Zanusso, Kudin, Filippetto e
Sala.
Ma tocca ancora all’apertura
petrarchina muovere il punteggio: Marcato centra i pali al 13’ e porta
il Petrarca sul 9-20. La pressione dei freschi avanti veneziani non si
fa attendere e mette in seria difficoltà quella più stanca e acciaccata
del Petrarca (Furia, subentrato a Novak non in perfette
condizioni fisiche e con Caporello reduce da una fastidiosa nottata passata in
bianco). Al 14’ è un’invenzione al piede di Taumata (uno dei migliori
tra i veneziani in campo con Erasmus, man of the match) mette in condizione Flynn
di esprimere tutta la sua agilità nel bucare la difesa del Petrarca e
mettere a segno, giusto in mezzo ai pali, la prima meta dell’ M-Three. Facile
per Mucelli la trasformazione per il 16-20. Il Petrarca para il colpo
e risponde prontamente con Mercanti che buca la difesa di casa,
forse ancora intenta a tirare il fiato dopo la meta, dopo aver raccolto il
calcio d’inizio di Marcato. Il tallonatore argentino mette la palla sulla
bandierina di sinistra. Marcato, da posizione molto angolata, sbaglia
di pochissimo la trasformazione, con la palla che fa il pelo al palo (che
bel gioco di parole!) di destra. Petrarca ancora avanti 16-25.
Da qui in poi succede un po’
di tutto, dentro e fuori del campo.
Dentro il direttore di gara
scivola su molte bucce di banana, di fatto non favorendo né l’una né l’altra
squadra, ma alimentando il vivace e colorito disappunto del pubblico di casa.
Quello di parte petrarchina soffre, più silenzioso, ma non meno
esterrefatto per le decisioni dell’arbitro.
Il gioco staziona per
abbondanti 15’ nei 22 del Petrarca e non si contano le mischie ordinate
con altrettanti reset, sfiancanti per entrambe le formazioni. Intanto Dartora
rimpiazzava Pilla e Furia lasciava il posto a Delfino. Menniti-Ippolito
prendeva il posto di Marcato e Leso rientrava per un Caporello
costretto ad abbandonare il terreno di gioco per il riacutizzarsi dei dolori
allo stomaco. Il giallo a Delfino (33’) dopo l’ennesimo reset in
mischia, costringeva Novak a riprendere il suo posto (usciva Innocenti),
facendo sì che il Petrarca finisse la partita in inferiorità numerica e ancora
con la prima linea iniziale.
In quelle condizioni e con
San Donà stazionante nei 22 bianconeri, subire la meta era quasi una logica
conseguenza: Bona raccoglie un pallone “scoppiato” rimbalzando da una
mischia e mette aldilà della linea di meta. Mucelli piazza al centro dei
pali e veneziani a -2 dal Petrarca (23-25).
Non c’è un attimo di
respiro. I bianconeri sono esausti nel fisico, ma con la testa ragionano
ancora molto bene.
Concordano la strategia prima di una touche
favorevole a circa metà campo, quasi allo scadere del tempo. Dal lancio di
Mercanti su Tveraga, si forma un raggruppamento che parte in direzione
22 veneziani. Impotenti, di fronte all’ inattesa reazione del Petrarca,
i biancocelesti tentano di fermare l’avanzata del “carrettino”, ma Roscini
fischia un fuori gioco contro. Menniti-Ippolito mette in touche il calcio: altro
raggruppamento che arriva fin sulla linea di meta del San Donà. L’arbitro
chiama il “tenuto alto”. Dalla successiva mischia, Billot decide di
chiudere la partita calciando il pallone in tribuna per il fischio finale del
direttore di gara.
Scoppia l’urlo dei tifosi del Petrarca e quello, amaro e veemente
del pubblico di casa, ad inveire contro l’arbitro e contro il Petrarca.
Sotto le tribune raccolgo le
dichiarazioni di un Moretti, preoccupato per le condizioni fisiche della
prima linea del Petrarca, ma molto soddisfatto per la tenuta fisica e
mentale di tutta la sua squadra, sofferente in mischia (…”questo sarà un campo che darà filo da
torcere a più di qualcuno”…) ma molto preciso nelle giocate in
touche e tutto sommato anche abbastanza disciplinato (il giallo allo sfortunato
Delfino, la conseguenza perlopiù di ripetuti falli della mischia più per
stanchezza che per effettiva mancanza disciplinare del tallonatore catanese).
Nel Petrarca, ottima la
prestazione di Billot, autore della seconda meta e di una gara attenta,
cinica e giocata con la giusta dose di imprevedibilità che ha scompigliato più
volte la costruzione del gioco da raggruppamento del San Donà. Evidente l’ottimo
stato di forma di Targa che ha marcato la prima meta e la maturità
agonistica acquisita da Tveraga.
Con la vittoria ed i 4
punti, il Petrarca si attesta in prima posizione nella classifica
provvisoria a 17 punti, considerate le soste osservate dalle altre squadre.
…
Poco da dire sugli altri
incontri, abbastanza prevedibili.
Netto successo interno di Viadana contro la
Capitolina (57-0) e sconfitta casalinga della Lazio contro
Calvisano (13-38), in attesa dello scontro diretto di domani, valido ai
fini salvezza, tra Reggio Rugby e le Fiamme Oro (differita Rai Sport 1 alle 20:30)
Enrico DANIELE
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