I biscotti? Assurdità del peggior
calcio!
Il commento lucido, sereno e obiettivo di Angelo Volpe sulla sconfitta del Petrarca a Calvisano.
Delusione e rabbia.
Questi i sentimenti che si leggevano ieri sui volti
di chi era presente a Calvisano.
Delusione perché l’obiettivo dei play off è
stato fallito ancora una volta e per un solo misero punto. Rabbia perché era assolutamente alla portata del Petrarca.
Un Petrarca che ieri è sembrato l’ombra
della squadra tenace e determinata che solo una settimana prima aveva
battuto di forza il Rovigo con una prestazione maiuscola. Una squadra
probabilmente penalizzata dal gran caldo e annebbiata
nelle idee.
Quale possa essere il motivo di questa mancanza di lucidità è
uno dei quesiti maggiori.
La prima risposta che mi viene in mente è la paura. Paura di vincere. Paura di affrontare
il passaggio ai play off. Intendiamoci nessuno dei giocatori lo ammetterà mai,
perché questo tipo di paura lavora e fa
danni a livello inconscio, subdolamente. Ma il risultato è quello di bloccare le iniziative, di rendere timorosi i comportamenti, fragili le certezze e instabili le volontà. Paura di essere
chiamati ad un compito grande e gravoso. Chissà. Ricordiamoci sempre della giovane età dei nostri giocatori.
Il
fatto è che ieri a Calvisano si è
passati da una sorta di euforia pre-partita al dramma del dopo-partita.
Tensione alle stelle. Comprensibilmente. Tuttavia, il buon senso suggerirebbe
di contare fino a cento prima di dire
qualche parola di troppo o fare qualche gesto sconsiderato. Ma ieri la
saggezza e il buon senso non c’erano al Peroni Stadium.
Il Petrarca si è giocato la stagione e gli sforzi e
i sacrifici di un anno intero nell’arco di 80
minuti maledetti. E per giunta di fronte aveva un avversario che sembrava confezionato apposta per spianare la strada al
Petrarca. Una mezz’ora prima del calcio di inizio, scorrendo le formazioni
ufficiali si commentava proprio questo: le partite non si vincono leggendo il
foglio gara, ma lottando sul campo.
Quella di Calvisano era una formazione piena di rincalzi con i
pezzi grossi in panchina o in tribuna.
Già, perché a dirla tutta il Calvisano
avrebbe preferito di gran lunga avere di fronte il Petrarca in semifinale
invece del Viadana con cui ci sono forti attriti per via della vicenda Aironi.
Invece ci ha pensato il Petrarca a
complicare la vita a se stesso e ai calvini. Una partita svogliata, sonnolenta,
priva di determinazione. E condita anche con un po’ di presunzione.
Una sana ignoranza avrebbe infatti suggerito o
addirittura imposto di sfruttare ogni
possibile opportunità di fare punti attraverso
i calci di punizione. Bombardare i pali da ogni posizione avrebbe forse portato qualche punto nello score
bianconero. In fin dei conti i validi
piazzatori non mancano al Petrarca. Tra una probabile realizzazione al
piede e una possibile meta si è scelta la seconda soluzione, con il risultato
che le mete non sono arrivate e gli
avversari hanno preso il volo. Loro no, non
hanno disdegnato i calci di punizione e li hanno piazzati tutti o quasi
tutti (20 punti realizzati al piede su 25 complessivi).
Mentalità
utilitaristica ed esperienza? Attitudine a raggranellare
anche le briciole per levarsi la fame? Sana “ignoranza”? Boh, forse.
Alla
fine si sente parlare di presunti
“biscotti” confezionati da Viadana e Mogliano che avrebbero pilotato
l’altro incontro clou della giornata per
far fuori il Petrarca dai play off.
Siamo seri, per favore!
Assurdità
gratuite, degne del peggior calcio. Ci mancava solo l’ipotesi del “gomploddo”
alla Biscardi. La verità è che il Petrarca ha fatto di tutto per non
riuscire a fare nemmeno un punto di bonus, salvo andare all’arrembaggio
negli ultimi minuti, quando era ormai troppo tardi. E’ andata così, dopo che le
ultime settimane nell’ambiente petrarchino sono trascorse a incitarsi
vicendevolmente con slogan affascinanti
come “Non mollare. Mai.” Purtroppo è successo proprio questo. La
squadra ha “mollato” nel momento più cruciale, quando serviva tutta la
convinzione possibile. Si è sciolta come
ghiaccio al caldo quasi estivo di un sabato di maggio, quando tutti si
aspettavano un blocco di granito, solido e inamovibile.
Andrà meglio il prossimo anno, diranno i saggi.
Giusto. Sottoscrivo assolutamente.
Sarebbe assurdo fare drammi o processi. Ancora più assurdo cercare capri espiatori o alibi da “biscottificio”. Bisogna
essere realisti. Lo sport è vita. La vita continua nonostante tutto e bisogna
guardare avanti. Il Petrarca ha risorse
tecniche e mentali proprio per guardare avanti e riprogettare un’altra
stagione.
L’importante è mantenere la fiducia
e i nervi saldi. Il resto viene da sé.
L’importante è crederci per davvero.
FORZA PETRARCA!!!
Angelo Volpe, a sx, con Enrico Daniele sulla gradinata del CPO Giulio Onesti di Roma (ph Corrado Villarà) |
Paolo Pd1,
RispondiEliminaUna domanda che sorge spontanea. Marcato è stato sostituito al 52 mo a Calvisano. Era infortunato o cosa? . Uno con il piede come il suo può restare in campo anche con un polmone solo dato l'alta percentuale di realizzazioni. A buon intenditor .....
Anche la risposta sorge spontanea. Un giocatore deve assolvere a diversi compiti in campo. Un'apertura non deve solo calciare, ma anche (e soprattutto!) gestire il gioco. Che è compito ben più importante. Evidentemente Marcato in quel momento doveva essere sostituito per motivazioni che andavano oltre la sola possibilità di piazzare i calci. E in ogni caso il suo sostituto Menniti Ippolito è piazzatore di qualità anch'egli, basta vedere le statistiche e i punti realizzati. Sono numeri, non opinioni.
EliminaSeppure con ritardo, smaltita la delusione e la rabbia per l'occasione mancata, provo a dire la mia.
RispondiEliminaTutti d'accordo, credo, che sia stata una pessima prestazione ma esxluso che sia stata originata dalla "paura vincere". Semmai da un comprensibile ma non giustificabile rilassamento dopo la partita con Rovigo, dalla annunciata formazione di Calvisano, piena di seconde linee che, a torto, poteva far sembrare più agevole il compito, da una mancata decisa concentrazione sull'obbiettivo. Tutto ciò, è evidente, non cambia il giudizio che non può che essere negativo.
Concordo inoltre con chi, anche in altri blog o forum, ha parlato di mancanza di leadership e di qualche errore di formazione, d'altra parte pure riconosciuto da Moretti nel post gara.
Quanto alla partita, aldilà dell'aspetto psicologico di cui sopra (comunque decisivo) osservo.
- non si vince una partita se non si ha la meglio in una mischia chiusa che sia una (credo che nel secondo tempo tutte le mischie abbiano comporato il fischio di un fallo a favore di Calvisano)
- non si vince una partita se neppure la touche funziona (è inammissibile perdere la touche su proprio lancio sui cinque metri avversari quando gli avversari neppure saltano, ma è successo un paio di volte)
- ad una squadra completamente "scarica" e deconcentrata nei i primi cinquanta minuti (parlo di squadra nel suo complesso e non di singoli), dopo l'ingresso in campo di Billot e Menniti-Ippolito l'atteggiamento è parso cambiare sia come ritmo che come "vis pugnandi" ma non purtroppo come risultato poichè la poca lucidità ha reso il tutto frenetico e disordinato oltrechè falloso. Alle due mete segnate hanno fatto da contraltare una serie di palloni buttati via per troppa frenesia ed una serie di falli nei raggruppamenti nel tentativo di recuperare palloni che Calvisano ha capitalizzato al meglio
- al contrario di altri, credo che Marcato, che per classe ed esperienza avrebbe dovuto essere un leader, sia rimasto invece un corpo estraneo alla squadra, poco propositivo e quasi timoroso di assumersi responsabilità. Con Menniti in campo dall'inizio, secondo me, sarebbe andata meglio. Giustifico la scelta di Marcato solo per la attuale presunta maggiore affidabilità nei piazzati ma che senso ha tale scelta se poi non piazzi e prefersci giocare touch quando sei all'evidenza in sofferenza nel fondamentale?
Bruno
Strano che nessuno al Petrarca abbia mai considerato che vincere mischie e touche sia basilare per vincere una partita. Se fossi Moretti o Salvan mi prenderei nota di queste interessanti osservazioni. Magari l'anno prossimo potrebbero servire.
EliminaE' proprio vero che di scopritori dell'acqua calda è pieno il mondo. Vero Bruno?
Anonymus