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mercoledì 17 maggio 2017

GARA 2 PLAY OFF SCUDETTO 2017: PETRARCA VS ROVIGO, IL CUORE E’ TUTTO

Chi ritiene che partiamo sconfitti, non venga al Plebiscito
L’invito di Angelo Volpe a chi non crede che il Petrarca possa arrivare in finale, ma anche l'accorato appello perché chi ci crede venga allo stadio.


Siamo riusciti a buttar giù il boccone amaro, amarissimo, della semifinale di andata? Digerita la batosta e il modo in cui l’abbiamo subita, specie nel primo tempo?  Chi di dovere ha analizzato e compreso cosa non ha funzionato (al netto da recriminazioni e giustificazioni di rito)?

Bisogna, si deve, averla digerita. Bisogna, si deve, aver metabolizzato quella brutta sconfitta. E’ essenziale per poter guardare avanti e non mollare. Perché ormai manca una manciata di giorni a gara 2 dei play off con Rovigo.
Qualcuno ritiene che partiamo sconfitti contro Rovigo? Se è così, che non venga nemmeno al Plebiscito. Vada al cinema o farsi una passeggiata. Io non ci penso nemmeno lontanamente a sentirmi sconfitto. Non è nelle mie corde la mentalità perdente, né tanto meno partire rassegnato.
E’ più di quarant'anni che mastico rugby e mai mi sono sentito battuto in partenza, né nella mia breve e modesta esperienza da giocatore, né dopo, da appassionato e spettatore.

Non c’è nulla di impossibile. Dobbiamo vincere 5-0 segnando almeno 4 mete per arrivare al bonus. Fatto questo, bisognerà lasciare indietro nel punteggio il Rovigo di almeno 16 punti. Facile? Semplice? No, ovviamente. A parole sì, è tutto facile, tutto possibile, lo so bene. In campo le cose sono diverse. In campo ci sono sudore, fatica e una quantità industriale di botte. Fuori dal campo è tutto facile. Davanti a una tastiera poi, non ne parliamo… Siamo tutti professori pronti a giudicare. E io non sono diverso dagli altri, sebbene abbia conosciuto personalmente, nel mio piccolo, cosa significa scendere in campo e lottare senza risparmio.
Ma forse proprio per questo so quanto importante sia il sostegno di chi è fuori. Quanto importante sia vedere che a seguire gli allenamenti c’è qualcuno che è lì per te. Per farti sapere che ti sostiene e che crede in te. Si stabilisce una specie di legame, una sorta di contratto virtuale. E tu ti senti motivato e determinato, sia per dare un significato a una intera stagione di sacrifici, sia per dare una gratificazione a chi è stato sempre vicino alla squadra, magari senza darlo a vedere, quasi in secondo piano, partita dopo partita senza clamori.

Domenica affrontiamo una partita che vale una stagione pur non essendo (ancora) la finale di campionato, con in palio lo scudetto. Quello sarà eventualmente un premio supplementare se riusciremo a battere i rossoblù. Non sarà facile, anzi sarà difficilissimo. Per chi avesse ancora dei dubbi, all'andata abbiamo visto di che pasta son fatti a Rovigo. Potranno anche fare un campionato così e così, potranno anche avere difficoltà interne, potranno anche arrivare alla fase decisiva con tanti dubbi da sciogliere. Ma poi, quando scendono in campo, non ce n’è per nessuno.  Gli ex giocatori petrarchini (e i veci rovigotti) lo sanno bene per esperienza personale.
Una volta il derby era uno scontro di popolo, di città, di culture, di economie, di classi sociali. Questo portava ad accrescere ancora di più l’intensità dello scontro in campo. Oggi il derby è ancora la partita più importante della stagione? Difficile a dirsi. Dipende forse dall'età. Chi più ne ha (di anni), più appartiene a quel periodo di cui sopra. I più giovani probabilmente vivranno invece il derby in maniera diversa.

Dopo il match di andata ho scritto in un post su Facebook che una mandria di pitbull rossoblu ha sbranato dei cagnolini tuttoneri. Qualcuno se l’è anche presa per questa espressione non cogliendone, ritengo, il vero significato oltre le parole. Mi dispiace, purtroppo però la sensazione dei tremila spettatori presenti al "Battaglini" nel vedere le due squadre in campo era proprio quella di un molosso ringhioso alle prese con una preda incapace di reagire. Almeno nel primo tempo. E con termini ben più coloriti…
Nella gara 2 di domenica vorrei tanto assistere a uno scambio di ruoli. Vorrei vedere quindici pitbull tuttoneri scatenati che azzannano senza pietà quindici cucciolotti rossoblù. Vorrei arrivare a compatire quei cucciolotti fino a provarne tenerezza. Vorrei sentire ammutolire quei cori sprezzanti e ingiuriosi che si erano alzati festosi dalla tribuna del "Battaglini". Per farlo servirà un furore agonistico interiore, ma anche e soprattutto tanta lucidità mentale, tanta concentrazione, tanta voglia di riscatto e di prendersi le dovute soddisfazioni.

Non sono un tecnico e dunque non metto becco in cose tecniche. Ci sono altri che lo fanno per ruolo e competenze. Io posso solo essere presente, tifare, sostenere, gridare, applaudire, incitare. Soffrire no grazie, ho già sofferto abbastanza all'andata, quindici giorni fa.
Non si tratta di auspici dovuti quasi per obbligo o per convenienza. Io ci credo fino in fondo alla possibilità di una rimonta. Perché voi, ragazzi con la maglia tuttonera che scenderete in campo domenica, avete le potenzialità per farlo. Avete le doti tecniche per poterlo fare. Avete le capacità agonistiche necessarie, avete tecnici che vi daranno le direttive tattiche per la partita.

Ma soprattutto in tante occasioni avete dimostrato di avere il CUORE per poterlo fare. Perché il cuore è tutto. Il rugby è uno sport di contatto e di sacrificio. E’ anche uno sport di intelligenza per persone intelligenti. Ma alla base di tutto c’è sempre e solo il cuore. Il cuore è tutto. E’ la benzina che fa girare le gambe a mille e che moltiplica le forze. E’ l’energia che serve per infondere coraggio a se stessi e ai compagni.
Domenica in campo mi auguro e ci auguriamo tutti che siano QUINDICI CUORI TUTTONERI pronti a tutto. Sulle tribune del Plebiscito sono certo che ce ne saranno altre migliaia a sostenervi.

FORZA NERI, FORZA PETRARCA!!!


Angelo Volpe

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