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martedì 6 maggio 2014

NON MOLLARE. MAI.

Angelo Volpe dice la sua sul 152° Derby d’Italia, vinto dal Petrarca

Detto e fatto. 
Il Petrarca ha mantenuto le promesse della vigilia di non mollare mai e alla fine si è aggiudicato il derby n. 152 con gli amici-nemici del Rovigo. Emozioni a non finire per il match clou del Derby day. 
Dopo un poco esaltante approccio con San Donà e Mogliano (finito con 40 punti di differenza per i Campioni in carica) il pubblico si è divertito con Petrarca-Rovigo. E’ stata una partita vibrante e giocata con grande tensione agonistica da entrambe le squadre. 
E non poteva essere che così, vista la posta in palio. Soprattutto per il Petrarca che deve ancora assicurarsi l’accesso ai play off.L’andamento del match è stato da manuale, quasi fosse stato studiato da un abile sceneggiatore per mantenere alta la tensione in campo. 
Parte forte il Rovigo che segna come sa fare sfruttando una situazione di gioco aperto e facendo viaggiare la palla a tutta velocità. Va in meta Bortolussi, ex di turno. E più di qualcuno temeva che l’antifona preludesse a una giornata di passione come all’andata. Invece no. Che il Petrarca non avesse nessuna voglia di subire lo si è capito dalla pronta reazione. Infatti dopo pochi minuti arriva la meta e il risultato torna in parità. Si ricomincia daccapo con il Rovigo probabilmente nel suo periodo migliore in campo. Fa un po’ quello che vuole e il Petrarca può solo rintuzzare gli attacchi e contenere gli avversari in attesa di tempi migliori. Ho avuto modo di rivedere la partita in tv con il commento dei telecronisti Rai. 
Imbarazzante il modo in cui erano spalmati mielosamente a tessere le lodi del Rovigo. E’ raro poter sentire un commento obiettivo e distaccato. Chissà perché ( o meglio, il perché si sa…) l’ossequio ai favoriti resta sempre una caratteristica di certi commentatori. Salvo poi doversi rimangiare tutto quando il vento cambia ed è il Petrarca a prendere in mano le redini del gioco. Questo accade verso il 10° minuto del secondo tempo e il Rovigo progressivamente scompare, annebbiato dalla volontà dei ragazzi di Moretti e Salvan di portare a casa il risultato. Le lodi sperticate lasciano spazio ad apprezzamenti per il Petrarca che sale in cattedra. In tribuna tutto questo lo si è vissuto col cuore a mille e con le coronarie sotto pressione. 
Arriva la splendida meta di Innocenti (letteralmente scatenato) e il pareggio è cosa fatta. Ma non è finita, perché il Petrarca sente odore di sangue dell’avversario ferito e ci da dentro con ancora maggiore determinazione. E’ il momento migliore per i bianconeri. La mischia lotta su ogni pallone e vince il confronto diretto con gli avversari. Merito anche di una panchina che di panchina ha ben poco nel senso riduttivo del termine, perché i “rincalzi” si dimostrano subito motivati e pronti a dar battaglia. Moretti cambia uomini in mischia e la mediana intera. 
Il Petrarca acquista smalto con le forze fresche e con lo smalto anche il coraggio di crederci fino in fondo. Il punto chiave dell’incontro sta ancora una volta nei calci piazzati. Il Rovigo ne sbaglia un paio mentre il Petrarca mette a segno quello decisivo con Menniti Ippolito che sicuramente avrà avuto tanta rabbia in corpo dopo l’episodio con Mogliano. La rabbia a volte aiuta se controllata e incanalata giustamente. Così deve essere stato per il giovane mediano di apertura petrarchino che centra i pali con una mirabile traiettoria, nonostante il vento temporalesco che tagliava l’aria del Plebiscito. 
Dopo il pareggio arriva dunque il vantaggio. Mancano 10-15 minuti alla fine e il Petrarca sceglie forse la strada più sicura per arrivare alla fine del match. Il possesso del pallone il più a lungo possibile. La mischia è messa sotto pressione con una serie infinita di ripartenze, di moule e di ruck. Poco gioco, ma l’obiettivo è chiaro: finchè c’è il possesso della palla il Rovigo non può fare punti. La strategia riesce premiando il coraggio e la determinazione dei giocatori. Ma anche il rigore tattico dettato evidentemente dalla panchina bianconera. 
I minuti passano, la pressione aumenta. Alla fine il calcio che manda fuori il pallone e i tre fischi finali dell’arbitro hanno l’effetto di un tappo di champagne che libera tutto l’entusiasmo trattenuto fino ad allora dai giocatori e dal pubblico. Moretti entra in campo per primo braccia all’aria e va ad abbracciare tutti. In tribuna è festa per metà del pubblico, mentre l’altra metà ammutolisce tristemente. I tifosi rossoblu, dopo i coriandoli e i mortaretti, dopo i cori e gli sfottò, sono quasi annichiliti. Erano venuti a Padova sicuri di poter strapazzare il Petrarca e invece se ne tornano in Polesine con dubbi grandi come una casa. Sì, perché oltre ad aver perso una partita, i più attenti hanno sicuramente colto una preoccupante incrinatura nel giocattolo allestito dal presidente Zambelli a forza di schei… Dalle tribune di parte petrarchina nei momenti topici della partita, con il Petrarca padrone del campo, partiva più volte un coro subdolo indirizzato alla parte rovigotta della tribuna “Panico...” “Panico…” E se non è davvero panico poco ci manca. 
Il Rovigo si è dovuto inchinare al Petrarca
Questo 152.mo derby è bianconero e come viatico per continuare a lottare per i play off è una gran bella soddisfazione. I telecronisti Rai decidono di assegnare il premio di Man of the match con una motivazione che dice tutto della partita. E in questo nessuna obiezione.  Nominano il capitano Enrico Targa per premiare tutta la mischia che ha fatto un lavoro gigantesco. Una prestazione monumentale di tutti gli avanti. Non serve citare nomi o stilare classifiche. Tutta la mischia si è meritato il titolo
Non dimentichiamo però i trequarti. Oltre al citato Innocenti mi va di menzionare il giovane Favaro, senza nulla togliere ai suoi compagni di reparto. Grande prestazione la sua. Complimentissimi. 
Sabato prossima il Petrarca è chiamato a completare l’opera. Andare a Calvisano senza alcun timore reverenziale e buttare il cuore oltre l’ostacolo. 
Ora più che mai i play off sono a portata di mano. 
Non bisogna mollare. Mai.

Angelo Volpe

3 commenti:

  1. da tifoso rossoblù può solo farmi piacere vedere che vincere un derby su quattro di tre punti sia per il petrarca come vincere una finale. speriamo possiate accedere ai play off e non dobbiate guardarli alla tv come l'anno scorso...!!! forza rovigo!!!

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    Risposte
    1. Angelo Volpe5/08/2014 12:12 PM

      Caro tifoso rossoblu, è ben vero che il Petrarca ha vinto solo una partita su quattro disputate in stagione. Ma vincerla adesso, a fine campionato, quando si entra nella fase finale e decisiva del campionato ha valore e un gusto che va al di là del dato statistico.
      Personalmente mi piacerebbe una semifinale con Calvisano e una finale secca con Rovigo. La storia, anche recente, insegna che le finali secche non si addicono nè al Rovigo, nè alla coppia di allenatori rossoblù....

      Inoltre, e adesso parlo da tifoso, mi sta benissimo battere il Rovigo anche di un solo punto al decimo minuto di recupero con un drop sbilenco calciato da 50 metri..... La vittoria bianconera sarà ancora più bella....!!!!
      Con immutata stima.

      Angelo Volpe

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  2. Il fatto e: che Con lo squadrone che vi ha alestito Zambelli questo anno a suon di soldoni, dovevate vincerle tutte e quattro le partite! ma cosi non e stato. Forza PETRARCA...sempre!

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