Detto
e fatto.
Il Petrarca ha mantenuto le promesse
della vigilia di non mollare mai e alla fine si è aggiudicato il derby n. 152
con gli amici-nemici del Rovigo. Emozioni
a non finire per il match clou del Derby day.
Dopo un poco esaltante
approccio con San Donà e Mogliano (finito con 40 punti di differenza per i
Campioni in carica) il pubblico si è divertito con Petrarca-Rovigo. E’ stata
una partita vibrante e giocata con
grande tensione agonistica da entrambe le squadre.
E non poteva essere che
così, vista la posta in palio. Soprattutto
per il Petrarca che deve ancora assicurarsi l’accesso ai play off.L’andamento del match è stato da manuale,
quasi fosse stato studiato da un abile sceneggiatore per mantenere alta la
tensione in campo.
Parte forte il Rovigo
che segna come sa fare sfruttando una situazione di gioco aperto e facendo
viaggiare la palla a tutta velocità. Va
in meta Bortolussi, ex di turno. E più di qualcuno temeva che l’antifona preludesse a una giornata di
passione come all’andata. Invece no. Che il Petrarca non avesse nessuna
voglia di subire lo si è capito dalla pronta
reazione. Infatti dopo pochi minuti arriva la meta e il risultato torna in
parità. Si ricomincia daccapo con il Rovigo probabilmente nel suo periodo
migliore in campo. Fa un po’ quello che vuole e il Petrarca può solo rintuzzare
gli attacchi e contenere gli avversari in attesa di tempi migliori. Ho avuto
modo di rivedere la partita in tv con il commento
dei telecronisti Rai.
Imbarazzante il modo in cui erano spalmati
mielosamente a tessere le lodi del Rovigo. E’ raro poter sentire un commento
obiettivo e distaccato. Chissà perché ( o meglio, il perché si sa…) l’ossequio ai favoriti resta sempre una
caratteristica di certi commentatori. Salvo poi doversi rimangiare tutto quando
il vento cambia ed è il Petrarca a prendere in mano le redini del gioco. Questo
accade verso il 10° minuto del secondo tempo e il Rovigo progressivamente scompare, annebbiato dalla volontà dei
ragazzi di Moretti e Salvan di
portare a casa il risultato. Le lodi sperticate lasciano spazio ad apprezzamenti
per il Petrarca che sale in cattedra. In
tribuna tutto questo lo si è vissuto col
cuore a mille e con le coronarie sotto pressione.
Arriva la splendida meta di Innocenti (letteralmente
scatenato) e il pareggio è cosa fatta. Ma non è finita, perché il Petrarca sente odore di sangue dell’avversario
ferito e ci da dentro con ancora maggiore determinazione. E’ il momento
migliore per i bianconeri. La mischia
lotta su ogni pallone e vince il confronto diretto con gli avversari.
Merito anche di una panchina che di panchina ha ben poco nel senso riduttivo
del termine, perché i “rincalzi” si dimostrano subito motivati e pronti a dar
battaglia. Moretti cambia uomini in mischia e la mediana intera.
Il Petrarca acquista smalto con le
forze fresche e con lo smalto anche il coraggio
di crederci fino in fondo. Il punto chiave dell’incontro sta ancora una
volta nei calci piazzati. Il Rovigo ne sbaglia un paio mentre il Petrarca mette a segno quello decisivo
con Menniti Ippolito che sicuramente avrà avuto tanta rabbia in corpo dopo
l’episodio con Mogliano. La rabbia a volte aiuta se controllata e incanalata
giustamente. Così deve essere stato per il giovane mediano di apertura
petrarchino che centra i pali con una
mirabile traiettoria, nonostante il vento temporalesco che tagliava l’aria
del Plebiscito.
Dopo il pareggio arriva
dunque il vantaggio. Mancano 10-15 minuti alla fine e il Petrarca sceglie
forse la strada più sicura per arrivare alla fine del match. Il possesso del
pallone il più a lungo possibile. La mischia è messa sotto pressione con una
serie infinita di ripartenze, di moule e di ruck. Poco gioco, ma l’obiettivo è chiaro: finchè c’è il possesso della palla il Rovigo non può
fare punti. La strategia riesce premiando il coraggio e la determinazione dei
giocatori. Ma anche il rigore tattico
dettato evidentemente dalla panchina bianconera.
I minuti passano, la
pressione aumenta. Alla fine il calcio che manda fuori il pallone e i tre
fischi finali dell’arbitro hanno l’effetto di un tappo di champagne che libera tutto l’entusiasmo trattenuto fino
ad allora dai giocatori e dal pubblico. Moretti
entra in campo per primo braccia all’aria e va ad abbracciare tutti. In
tribuna è festa per metà del pubblico, mentre l’altra metà ammutolisce
tristemente. I tifosi rossoblu, dopo i coriandoli e i mortaretti, dopo i cori e
gli sfottò, sono quasi annichiliti. Erano venuti a Padova sicuri di poter
strapazzare il Petrarca e invece se ne tornano in Polesine con dubbi grandi
come una casa. Sì, perché oltre ad aver perso una partita, i più attenti hanno
sicuramente colto una preoccupante
incrinatura nel giocattolo allestito dal presidente Zambelli a forza di
schei… Dalle tribune di parte petrarchina nei momenti topici della partita, con
il Petrarca padrone del campo, partiva più volte un coro subdolo indirizzato
alla parte rovigotta della tribuna “Panico...”
“Panico…” E se non è davvero panico poco ci manca.
Il Rovigo si è dovuto inchinare al Petrarca.
Questo 152.mo derby è
bianconero e come viatico per continuare a lottare per i play off è una gran
bella soddisfazione. I telecronisti
Rai decidono di assegnare il premio di Man
of the match con una motivazione che dice tutto della partita. E in questo
nessuna obiezione. Nominano il capitano Enrico
Targa per premiare tutta la mischia che ha fatto un
lavoro gigantesco. Una prestazione monumentale di tutti gli avanti. Non serve
citare nomi o stilare classifiche. Tutta la mischia si è meritato il titolo.
Non dimentichiamo però i trequarti. Oltre al citato Innocenti mi va di
menzionare il giovane Favaro, senza nulla togliere ai suoi compagni di reparto.
Grande prestazione la sua. Complimentissimi.
Ora più che mai
i play off sono a portata di mano.
Non bisogna mollare. Mai.
da tifoso rossoblù può solo farmi piacere vedere che vincere un derby su quattro di tre punti sia per il petrarca come vincere una finale. speriamo possiate accedere ai play off e non dobbiate guardarli alla tv come l'anno scorso...!!! forza rovigo!!!
RispondiEliminaCaro tifoso rossoblu, è ben vero che il Petrarca ha vinto solo una partita su quattro disputate in stagione. Ma vincerla adesso, a fine campionato, quando si entra nella fase finale e decisiva del campionato ha valore e un gusto che va al di là del dato statistico.
EliminaPersonalmente mi piacerebbe una semifinale con Calvisano e una finale secca con Rovigo. La storia, anche recente, insegna che le finali secche non si addicono nè al Rovigo, nè alla coppia di allenatori rossoblù....
Inoltre, e adesso parlo da tifoso, mi sta benissimo battere il Rovigo anche di un solo punto al decimo minuto di recupero con un drop sbilenco calciato da 50 metri..... La vittoria bianconera sarà ancora più bella....!!!!
Con immutata stima.
Angelo Volpe
Il fatto e: che Con lo squadrone che vi ha alestito Zambelli questo anno a suon di soldoni, dovevate vincerle tutte e quattro le partite! ma cosi non e stato. Forza PETRARCA...sempre!
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