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mercoledì 3 dicembre 2014

BABBO NATALE? DA ME E’ GIA’ ARRIVATO

Con un regalo che “cercavo” da tempo.

Il Natale è alle porte e lo si nota anche dalle bancarelle che, da qualche giorno, animano l’asse che corre tra Canton del Gallo e il Prato, passando per via Roma e via Umberto I°.
Di solito, durante la mia pausa pranzo, percorro a piedi queste vie.
Ieri, mi soffermo accanto ad una bancarella dove - all’andata, seppur distratto da una telefonata - avevo notato un libro che raccoglie le famose piante antiche di Padova (quelle di Giovanni Valle, che vi sarà capitato molte volte di vedere esposte in qualche sala del Municipio o in qualche ufficio). Mi avvicino, nell’intento di prendere e sfogliare il libro ma la mia attenzione cade immediatamente su un altro un libro, seminascosto sotto altri. La mia mano sembra calamitata da quel tomo, dalla copertina di uno “sfacciato” verde intenso.


Avevo visto bene! Era quel libro che, qualche anno fa avevo sfogliato tra i tanti presenti nella libreria di un amico, “topo di biblioteca”, il quale mi raccomandò di trattarlo bene.
Ebbene, quest’anno il mio Babbo Natale è arrivato con grande anticipo!
Era proprio quel libro, che stavo cercando da qualche anno: “U.S. PETRARCA PADOVA: UNA SFIDA ALL’ITALIA”, questo il suo titolo. Autore il grande, grandissimo mito del giornalismo sportivo italiano, Gianni Brera. Edito da Il Gazzettino nel 1987 a tiratura molto limitata, tanto da essere classificato (nelle librerie della rete) tra i “libri rari”.
Già, ma le sorprese non erano finite lì.
Prendo il libro (lo pago una miseria!). All’apparenza sembra neanche mai sfogliato. Intonso. Chiamo al telefono un amico per comunicargli la mia gioia e, mentre parlo con lui, con l’indice della mano libera apro la copertina per vedere se c’era qualcosa che mi indicasse chi ne fosse stato il proprietario. Mi blocco di colpo: appiccicato all’interno della copertina un ritaglio di giornale (che riconosco essere Il Gazzettino). Il titolo, a caratteri cubitali recita: “Grazie, Gianni Brera, hai capito il Petrarca”. Leggo il nome dell’autore: P. Carlo Messori Roncaglia S.J.


A casa ci sono arrivato volando come fossi sulla slitta con Babbo Natale!
Il libro non è mai stato sfogliato, eccetto che nelle prime pagine dove sta incollato il ritaglio di giornale: chissà forse, chi ha scritto l’articolo, sarà stato lo stesso possessore del libro.
Forse no, ma a me piace pensarla così.
L’autore del libro ( scritto tra l’ottobre del 1986 e maggio 1987) aveva tratto ispirazione dai numerosi successi che in quegli anni ottenevano rugby,  pallavolo, scherma (tutte attività dell’U.S. Petrarca). La presentazione si chiude con questa (attualissima) frase: “Questo spirito petrarchino dura da 75 anni: una vera e propria sfida dell’U.S. Petrarca Padova ad una certa Italia che tutti sogniamo francamente migliore”
Tra i titoli dei vari capitoli, cito quelli che andrò a leggere immediatamente: “Il profilo di Memo, per rifrazione di Neréo”, “Il Lando Cosi porta il rugby al Tra Pini”, “Vittorio Remigio Munari, Trapattoni del rugby” e “Bepi Longato, il presidente del primo rugby-scudetto”.   
Giovanni Luigi Brera, detto Gianni (San Zenone al Po, 8 settembre 1919 – Codogno, 19 dicembre 1992), è stato un giornalista e scrittore italiano. Grazie alla sua inventiva e alla sua padronanza della lingua italiana ha indubbiamente influenzato il giornalismo sportivo italiano del XX secolo, basti vedere il numero di neologismi ancora in uso da lui introdotti nel linguaggio calcistico. Di se stesso ha scritto: “Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera. Sono nato l'8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (…) Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po”
(da Wikipedia)

Nel “commiato" del suo libro, Gianni Brera scrive: “A me uomo di sport ha soprattutto esaltato la realtà pedagogico-morale del Petrarca e la dedizione di tutti”
... 
Padre Carlo Messori Roncaglia, sj (Modena, 20 gennaio 1904 – Padova, 15 agosto 1996). E’ stato un padre gesuita. A ventun’anni lascia la città natale, laureando in giurisprudenza presso la locale università, per seguire la chiamata di Dio al suo servizio nella Compagnia del Gesù. Consegue prima la laurea in filosofia presso l’università Gregoriana di Roma (1929), quindi la laurea in lettere e filosofia presso l’Università statale di Padova (1932). Nel 1935 viene ordinato sacerdote e l’anno seguente consegue il dottorato di teologia presso quella Facoltà. Nel 1937 torna a Padova ove gli viene affidata la direzione della Scuola di religione, e l’anno seguente è nominato Rettore dell’Antonianum, carica che ricoprirà per un decennio.
Nel 1940-43 è cappellano militare di marina. Col nome di “Asso di Picche” lotta come partigiano contro il nazifascismo.
È chiamato di nuovo, nel 1969, come Rettore dell’Antonianum.
Morirà nella Città del Santo il giorno di Ferragosto del 1996.
(da una biografia sul sito della “Residenza Messori”)

In conclusione del suo articolo sul Gazzettino, Padre Carlo Messori scrive così: “Con il suo libro Gianni Brera non si è mosso sotto l’incubo di una tesi da dimostrare (“Lo sport forma il Giovane e i Gesuiti sono di questa i validi realizzatori tramite l’U.S. Petrarca”). Egli ha dichiarato umilmente di sentirsi in colpa per aver ignorato troppo a lungo la caratteristica dell’U.S.Petrarca. Ha raccontato che ci può essere una molteplice attività sportiva “pulita”, senza rischi di investigazioni giudiziarie; che c’è chi dà soldi, molti, unicamente per dare ad altri – ai giovani – gioia e sanità morale e fisica”.

Era il 1987, discorsi più che mai attuali.


Enrico DANIELE

3 commenti:

  1. Enrico, decisamente un colpo di... fortuna!!!

    Angelo

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  2. Alessandro Zaffagnini (anonimo per il blog) scrive: Carissimo Daniele, ne ho due copie ... se sapevo che lo cercavi te ne avrei volentieri regalato una. L'ho letto un paio di volte; oltre ad essere "Storia Nostra" è scritto da quella penna magica che è stato Gianni Brera. Concordo che si tratta di una chicca che forse non tutti i fruitori del Memo Geremia, quantomeno i più giovani, potrebbero comprendere. ...... e se si va in Prato della Valle c'è ancora il "sotoportego dei scudetti" .... angolo di Storia petrarchina (a molti oscuro). Buona lettura

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  3. Grazie Alessandro. Per non risultare "anonimo" nel commento è molto semplice. Prima di pubblicarlo, basta cliccare sul label qui sotto (Commenta come). Scorri il menu a tendina e fai la scelta Nome/URL e metti il tuo nome. Voilà! E non sei più "anonimo".
    Enrico

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