Con
un regalo che “cercavo” da tempo.
Il
Natale è alle porte e lo si nota anche dalle bancarelle che, da qualche giorno, animano l’asse che corre tra Canton del Gallo e il Prato, passando
per via Roma e via Umberto I°.
Di
solito, durante la mia pausa pranzo, percorro a piedi queste vie.
Ieri,
mi soffermo accanto ad una bancarella
dove - all’andata, seppur distratto da una telefonata - avevo notato un libro che raccoglie le famose piante antiche di Padova (quelle di Giovanni Valle, che vi sarà capitato molte volte di vedere esposte in
qualche sala del Municipio o in qualche ufficio). Mi avvicino, nell’intento di
prendere e sfogliare il libro ma la mia
attenzione cade immediatamente su un altro un libro, seminascosto sotto
altri. La mia mano sembra calamitata da quel tomo, dalla copertina di uno “sfacciato” verde intenso.
Avevo visto bene!
Era quel libro che, qualche anno fa avevo sfogliato tra i tanti presenti nella
libreria di un amico, “topo di
biblioteca”, il quale mi raccomandò di trattarlo bene.
Ebbene,
quest’anno il mio Babbo Natale è
arrivato con grande anticipo!
Era proprio quel libro,
che stavo cercando da qualche anno: “U.S.
PETRARCA PADOVA: UNA SFIDA ALL’ITALIA”, questo il suo titolo. Autore il
grande, grandissimo mito del giornalismo
sportivo italiano, Gianni Brera. Edito da Il Gazzettino nel 1987 a tiratura
molto limitata, tanto da essere classificato (nelle librerie della rete) tra i “libri rari”.
Già,
ma le sorprese non erano finite lì.
Prendo
il libro (lo pago una miseria!). All’apparenza sembra neanche mai sfogliato. Intonso. Chiamo al telefono un amico
per comunicargli la mia gioia e, mentre parlo con lui, con l’indice della mano libera apro la copertina per vedere se
c’era qualcosa che mi indicasse chi ne fosse stato il proprietario. Mi blocco
di colpo: appiccicato all’interno
della copertina un ritaglio di giornale
(che riconosco essere Il Gazzettino). Il titolo, a caratteri cubitali recita: “Grazie, Gianni Brera, hai capito il
Petrarca”. Leggo il nome dell’autore: P.
Carlo Messori Roncaglia S.J.
A casa ci sono arrivato volando
come fossi sulla slitta con Babbo Natale!
Il
libro non è mai stato sfogliato, eccetto che nelle prime pagine dove sta
incollato il ritaglio di giornale: chissà forse, chi ha scritto l’articolo, sarà stato lo stesso possessore del libro.
Forse no, ma a me piace pensarla così.
L’autore
del libro ( scritto tra l’ottobre del 1986 e maggio 1987) aveva tratto
ispirazione dai numerosi successi
che in quegli anni ottenevano rugby,
pallavolo,
scherma (tutte attività dell’U.S.
Petrarca). La presentazione si chiude con questa (attualissima) frase: “Questo
spirito petrarchino dura da 75 anni: una vera e propria sfida dell’U.S.
Petrarca Padova ad una certa Italia che tutti sogniamo francamente migliore”
Tra
i titoli dei vari capitoli, cito quelli che andrò a leggere immediatamente: “Il profilo di Memo, per
rifrazione di Neréo”, “Il Lando Cosi porta il rugby al Tra Pini”, “Vittorio
Remigio Munari, Trapattoni del rugby” e “Bepi Longato, il presidente del primo
rugby-scudetto”.
…
Giovanni
Luigi Brera, detto Gianni (San Zenone
al Po, 8 settembre 1919 – Codogno, 19
dicembre 1992), è stato
un giornalista e scrittore italiano. Grazie alla sua
inventiva e alla sua padronanza della lingua italiana ha indubbiamente
influenzato il giornalismo sportivo italiano del XX secolo,
basti vedere il numero di neologismi ancora in uso da lui introdotti
nel linguaggio calcistico. Di se stesso ha scritto: “Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera.
Sono nato l'8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e
cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (…) Io sono padano di riva
e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo
del Po”
(da
Wikipedia)
Nel “commiato" del suo libro, Gianni Brera scrive: “A me uomo di sport ha soprattutto esaltato
la realtà pedagogico-morale del Petrarca e la dedizione di tutti”
...
Padre Carlo Messori Roncaglia, sj (Modena,
20 gennaio 1904 – Padova, 15 agosto 1996). E’
stato un padre gesuita. A ventun’anni lascia la città natale, laureando in
giurisprudenza presso la locale università, per seguire la chiamata di Dio al
suo servizio nella Compagnia del Gesù. Consegue prima la laurea in filosofia presso l’università Gregoriana di Roma (1929),
quindi la laurea in lettere e filosofia
presso l’Università statale di Padova (1932). Nel 1935 viene ordinato sacerdote
e l’anno seguente consegue il dottorato
di teologia presso quella Facoltà. Nel 1937 torna a Padova ove gli viene
affidata la direzione della Scuola di religione, e l’anno seguente è nominato Rettore dell’Antonianum, carica che
ricoprirà per un decennio.
Nel
1940-43 è cappellano militare di marina. Col nome di “Asso di Picche” lotta come partigiano contro il nazifascismo.
È
chiamato di nuovo, nel 1969, come Rettore dell’Antonianum.
Morirà
nella Città del Santo il giorno di Ferragosto del 1996.
(da una biografia sul sito della
“Residenza Messori”)
In conclusione del suo articolo sul Gazzettino,
Padre Carlo Messori scrive così: “Con
il suo libro Gianni Brera non si è mosso sotto l’incubo di una tesi da
dimostrare (“Lo sport forma il Giovane e i Gesuiti sono di questa i validi
realizzatori tramite l’U.S. Petrarca”). Egli ha dichiarato umilmente di
sentirsi in colpa per aver ignorato troppo a lungo la caratteristica
dell’U.S.Petrarca. Ha raccontato che ci può essere una molteplice attività
sportiva “pulita”, senza rischi di investigazioni giudiziarie; che c’è chi dà
soldi, molti, unicamente per dare ad altri – ai giovani – gioia e sanità morale
e fisica”.
Era il 1987, discorsi più che mai attuali.
Enrico
DANIELE
Enrico, decisamente un colpo di... fortuna!!!
RispondiEliminaAngelo
Alessandro Zaffagnini (anonimo per il blog) scrive: Carissimo Daniele, ne ho due copie ... se sapevo che lo cercavi te ne avrei volentieri regalato una. L'ho letto un paio di volte; oltre ad essere "Storia Nostra" è scritto da quella penna magica che è stato Gianni Brera. Concordo che si tratta di una chicca che forse non tutti i fruitori del Memo Geremia, quantomeno i più giovani, potrebbero comprendere. ...... e se si va in Prato della Valle c'è ancora il "sotoportego dei scudetti" .... angolo di Storia petrarchina (a molti oscuro). Buona lettura
RispondiEliminaGrazie Alessandro. Per non risultare "anonimo" nel commento è molto semplice. Prima di pubblicarlo, basta cliccare sul label qui sotto (Commenta come). Scorri il menu a tendina e fai la scelta Nome/URL e metti il tuo nome. Voilà! E non sei più "anonimo".
RispondiEliminaEnrico