E’
uno dei temi più discussi fuori dal campo di gioco.
L’argomento
di cui parliamo in questo post è uno dei
temi più discussi da quando è diventato Presidente della Federazione
Italiana Rugby Alfredo Gavazzi.
Con
questo post proviamo a parlarne anche noi, in
modo equilibrato, tenendo conto della carica che lo vorrebbe “super
partes”.
Il dibattito è aperto a chiunque voglia dire la sua.
(E.D.)
Alfredo Gavazzi, discusso Presidente FIR, alla presentazione di Italia - Sudafrica (ph. Enrico DANIELE) |
…
La
questione "conflitto di interessi" Gavazzi-Fir-Calvisano non è nata ieri, bensì va avanti da parecchi mesi. In pratica da subito dopo l'elezione di
Gavazzi a presidente federale. Il Boccaccio Rugby News ne ha dato conto in
diverse occasioni in passato. Ma, da domenica, è ritornato prepotentemente di
attualità per l'uscita di Marzio
Innocenti (Presidente del Comitato Regionale Veneto), a proposito dei Mondiali
Junior e per il fattaccio del
"tenuto" in Petrarca-Calvisano.
Più si va avanti e più ci si rende conto di quanto ingarbugliata sia la vicenda e di che tipo di danni possa
portare. In estate sembrava che addirittura fosse pronto un esposto-denuncia alla magistratura per
denunciare la situazione e bloccare tutto. Ma chi ne fosse l'artefice e chi si prendesse la briga di perseguire
le vie legali non si è mai saputo. Della
questione, ad un certo punto, non se ne
è saputo più nulla. Ignavia, cambio di rotta, timore di rappresaglie...?
Mah.
E’
una situazione logorante, che mina la credibilità di tutto il
sistema-rugby, perché insinua il dubbio.
E il dubbio è infido, lavora sempre, a volte alla luce del sole, più spesso
sottobanco e in silenzio, senza sosta. A cominciare, per esempio, da un fischio discutibile di un arbitro (Passacantando nel match
Petrarca-Calvisano di domenica), all'assegnazione
dei Mondiali U20 alla Lombardia. Dal
destrutturare il CnAR (Comitato nazionale Arbitri di Rugby) levandogli autonomia e indipendenza per
farlo passare sotto il diretto controllo federale, all'ampliamento dello stadio di Calvisano con una spesa prevista di
oltre un milione di euro.
Ma
le voci di dissenso anti-Gavazzi non si levano solo dal Veneto (che non
lo ha votato alle elezioni e ne paga le conseguenze...), ma anche dalla stessa Lombardia. Già, perché quando si privilegia sfacciatamente Calvisano e l'area
del bresciano, automaticamente e inevitabilmente si deludono le aspettative di altre componenti lombarde. Per
esempio Monza e Milano, realtà rugbystiche in grande espansione.
Arbitri:
non sono più un organismo
autonomo e indipendente (CnAR) come lo aveva voluto e costruito anno dopo anno Paolo
Celon, con abnegazione e tanto lavoro certosino di diplomazia in un ambiente di pescecani. Facile e
inevitabile ad ogni fischio non pensare che, forse anche solo in maniera inconscia, un arbitro non sia condizionato e
succube di sudditanza psicologica
verso il datore di lavoro. Cioè la Fir, cioè Gavazzi. L'episodio di Padova è esemplare sotto questo aspetto. Un possibile
e plausibile errore arbitrale (come tanti altri) si trasforma
inevitabilmente in un fischio sospetto
di piaggeria. Tanto più quando risulta così determinante come è stato.
Bene ha fatto il Presidente Toffano a non intraprendere la strada del ricorso.
In una Federazione super controllata non
sarebbe servito a nulla, se non a sollevare ulteriori polveroni di
polemiche. Meglio abbozzare tra i denti e ricorrere al Maalox. E magari la
prossima volta vincere sul campo, in barba a tutti e a tutto. Sarà una vittoria
che varrà doppio e col Maalox si impasticcherà qualcun altro...
Claudio Passacantando: molto criticata la sua direzione arbitrale di Petrarca vs Calvisano (ph. Johan Meersman) |
Mondiali
junior: i Romani,
quelli antichi con la “R” maiuscola, avevano
già capito tutto. "Divide et
impera!" Una regola che va sempre bene. Dispensa favori e non
comportarti in maniera equanime; metti
gli uni contro gli altri. Prima o poi, dopo le proteste, i contestatori torneranno a più miti consigli e nel
frattempo chi detiene il potere avrà fatto i suoi intrallazzi. Nella vicenda
dell'assegnazione dei Mondiali Junior 2015 è
fin troppo facile non vedere un disegno siffatto. Si sceglie Calvisano come sede di oltre metà degli
incontri; si attesta la non conformità
dell'impianto di gioco; si provvede
all'ampiamento. “Et voilà, les jeux sont
faits!”. Risultato: alla fine dei giochi, cioè del mondialino, Calvisano si ritroverà con un impianto
nuovo di zecca, ampliato e rimodernato. Minimo sforzo, massimo risultato.
Grazie Gavazzi.
Naturalmente
tutte queste sono solo ipotesi
e congetture. Opinioni, e come tali vanno considerate. Sta alla sensibilità dei singoli la
valutazione nello specifico. E forse anche al tempo che, si sa, è
galantuomo.
Angelo Volpe
...
Alle
considerazioni di Angelo, aggiungo che, sempre per motivazioni legate ad un
possibile “conflitto d’interessi” al sig. Roberto Zanovello, Presidente
del CUS Padova (che ai sensi dello statuto federale avrebbe potuto
ricoprire la carica di Consigliere Federale FIR, in quanto primo dei non eletti
- il diritto era sopravvenuto data la scomparsa del consigliere Roberto Besio),
è stato vietato di ricoprire la carica
perché sussisteva incompatibilità tra la
carica elettiva e qualsiasi carica sociale in ambito FIR.
Nel luglio scorso, Alfredo Gavazzi,
dopo le notizie del “fantomatico
ricorso”, dalle pagine del Gazzettino dichiarava: “Ho verificato la mia posizione
6-7 anni fa quando sono diventato vice presidente della Fir. Secondo il Coni è
tutto in regola. La carica federale è compatibile con la proprietà di un club.
È il mio caso. Mi ero ripromesso di cedere comunque le quote del Calvisano e
del Rugby Brescia che possiedo, ma mi sono dimenticato di farlo. Lo farò, a
Gianluigi Vaccari o a qualcun’altro, quando la vicenda del conflitto
d’interessi sarà finita. Non prima, altrimenti sembra che abbia qualcosa da
nascondere. Di avere il 20% del
Calvisano non mi frega niente”.
Quanto agli arbitri e alle “presunte” direzioni
di gara favorevoli al Calvisano, non sono ancora sopite del tutto le polemiche sull'arbitro Carlo Damasco in occasione della finale scudetto
ss. 2013-14
Il dibattito è aperto.
Enrico
DANIELE
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