L’intervista
rilasciata dal Presidente bianconero al Gazzettino, ha suscitato molte
discussioni in rete.
Ecco
l’opinione di Angelo Volpe.
Un’intervista
a Enrico Toffano (n.d.r. quella sul Gazzettino del 29-12-2014 a firma di
Alberto Zuccato) dai toni e dai contenuti che vorrei definire quasi spietati, senza vie d’uscita se
non una chiara (e deprimente) rassegnazione
per un anno buttato via.
Enrico Toffano. Solitamente, il Presidente del Petrarca non le manda certo a dire: le sue recenti dichiarazioni alla stampa sono, però, sembrate un segno di resa. (ph. Corrado Villara) |
Una
stagione che da qui alla fine, se tutto andasse bene, potrebbe al massimo evitare di far perdere del tutto la faccia
e la credibilità del Petrarca (specie nei confronti degli sponsor…). Insomma
siamo proprio alla frutta, ossia alla resa totale. Non si vede un barlume di speranza o un guizzo di orgoglio nelle parole
del Presidente, nonostante manchino 11 partite alla fine della regular
season e le speranze, sia pur teoriche, di un aggancio dei play off non sono
ancora escluse del tutto.
Mi
pare proprio che nel Toffano-pensiero si
legga solo rassegnazione mentre del tutto assenti sono fiducia e speranza. Mi sarebbe piaciuto, lo dico senza
alcuna vis polemica, un’intervista improntata
con veemenza alla voglia di riscossa immediata. Una specie di dichiarazione di guerra e una chiamata
alla mobilitazione generale di tutta la società, dalla squadra ai sostenitori,
con l’obiettivo di risalire la china a
tutti i costi... Ma il taglio dato dal Presidente alla sua intervista è, come
detto, di tutt’altro tono.
Ma
possibile che tutta la squadra, dallo staff ai giocatori, si siano imbrocchiti fino a questo punto? Fino all’altro
ieri i giovani del vivaio in primis e anche gli altri innesti della rosa erano giocatori apprezzati e tecnicamente
dotati, dalle grandi potenzialità. I due
tecnici erano il fiore all’occhiello della società. Giovani, emergenti,
motivati e soprattutto entrambi ex
petrarchini. Cosa volere di più?
Adesso
invece sembra che sia cambiato tutto
nel giudizio del Presidente. Certo
che Toffano non le manda a dire, pur
mettendosi lui stesso nella lista dei colpevoli della disfatta stagionale. In
pratica accomuna tutti, dai
dirigenti ai giocatori, passando in primis dallo staff, nella lista dei
“cattivi” che devono fare “mea culpa”.
Anche
la scelta degli stranieri meriterebbe
una riflessione.
Se
si sono rivelati non a posto fisicamente e deludenti sul piano tecnico-agonistico,
non è prevista una possibilità di risoluzione
del contratto e rispedirli al mittente da dove sono venuti? Bisogna tenerseli così come sono, salvo
piangere sulle scelte rivelatesi sbagliate? Oppure sarebbe il caso di mettere
in riga i signori giocatori stranieri, anche con le cattive maniere (multe…?,
sanzioni…?), al fine di indurli a rendimenti più consoni al loro ruolo di punte
di diamante della squadra? Francamente mi
scoraggia questa specie di arrendevolezza. Ormai la stagione è andata, non
possiamo farci niente, pensiamo al futuro… E
la reazione, l’orgoglio, una sana incazzatura e magari anche qualche sano
calcio in culo…???
Bah!
E,
su tutto questo, aleggia il fantasmino
di Vittorio Munari che c’è ma non si vede. Nel senso che non si vede all’opera. Basta chiedere
in giro (anche a chi alla Guizza ci sta stabilmente) cosa faccia Vittorio, che
mansioni e che ruoli rivesta, che la
risposta è sempre la stessa: boh, chi lo sa!?
Un
oggetto misterioso che
nell’intervista viene però svelato a sorpresa. Sarebbe la riorganizzazione del settore giovanile l’occupazione attuale di
Munari. Ohibò, buono a sapersi!
Meglio tardi che mai. E pensare che tutti, o quasi, erano convintissimi che fosse tornato al Petrarca per occuparsi a
tambur battente della prima squadra nella logica di un rilancio in grande
stile della società in Eccellenza. In
questa logica sarebbero rientrati i
ben quattro stranieri della nuova stagione.
Sembrava un disegno coerente.
Invece
no. Dopo mesi di dubbi viene fuori che tutti
si sono sbagliati tutti o tutti
hanno capito male…
Boh!
Angelo Volpe
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