La
delusione dei tifosi dopo la sconfitta di sabato contro Viadana.
Penné:
ha sbagliato, ma è la squadra che si deve adeguare al metro degli arbitri.
Il
punto di vista critico di Angelo Volpe.
Delusione.
Questo
è il sentimento che resta dopo la partita di sabato persa contro Viadana. Una
partita che si doveva e si poteva
vincere per tanti motivi. A cominciare dal fatto che gli avversari non erano affatto superiori a noi e dunque meritavano
di ricevere la "tariffa" dovuta. In secondo luogo perché il Petrarca
doveva confermare quanto di buono fatto
intravedere la settimana precedente a
Rovigo nel derby. In terzo luogo perché una squadra che ha ambizioni
di play off non può perdere in casa contro avversari di questo livello. Invece
è andata come sappiamo, con una squadra
evanescente, quasi svogliata e deconcentrata in troppe occasioni. Ma,
ancora più preoccupante, senza lasciar scorgere una struttura e una
impostazione tattica convincente (3/4....?), senza riuscire a imporre il proprio
gioco agli avversari, incapace di dare una scossa, di cambiare marcia, di
scrollarsi di dosso il torpore che sembrava attanagliarlo. Certo, il Viadana ha giocato sporco, usando
cinicamente e sistematicamente il fuorigioco per impedire ai nostri di ragionare
e recuperare lucidità. Certo, l'arbitro
Pennè, pur fischiando a tutto spiano, ha fatto del suo meglio per non tutelare il Petrarca
dall'atteggiamento illegale del Viadana. Ma è anche vero che una squadra forte,
convinta dei propri mezzi e motivata, si vede anche dalla capacità di reagire a situazioni come queste, riuscendo ad adeguarsi al metro di giudizio arbitrale
e imponendosi sugli avversari invece di subirli.
Le
cose migliori il Petrarca le ha mostrate quando ha giocato con sublime ignoranza, con la mischia in
percussione continua, con reiterati tentativi di sfondamento con il pacchetto.
Le due mete del primo tempo di Bigi e Bellini sono venute proprio così. Ma poi è calato il velo di abulia e di
disattenzione. La meta-spettacolare dell'ala del Viadana che gli è valsa il
titolo di man of the match (che esagerazione!) è l'esempio perfetto. Una fuga
laterale in velocità senza un cambio di direzione, uno scarto, non una finta.
Dritto come sui binari e tuttavia nessuno è riuscito a fermarlo, neanche fosse
stato l'inarrestabile Jonah Lomu.
Jeremy Su'à: un talento che da solo non basta al Petrarca (ph Enrico DANIELE) |
I
giornali locali puntano unanimemente il dito accusatorio sulla scelta
di non calciare per ottenere i tre punti. Vero. Meglio tre punti subito che
forse una meta domani, per parafrasare il famoso proverbio. Il pubblico dalle tribune se l'è presa
molto con l'arbitro Pennè che ha fischiato molto, ma senza vedere i falli
reiterati del Viadana che era troppo spesso palesemente in fuori gioco. Ma
sarebbe sciocco dare la colpa
all'arbitro per la sconfitta. Il pubblico della tribuna, sempre lui, non ha
mancato di sottolineare l'insipienza di
Woodhouse, jolly australiano che dovrebbe fare la differenza in campo e che
invece si è visto molto poco e mai
in maniera determinante. Le solite linguacce maligne lo hanno paragonato a
tale Milroy che anni addietro si è visto per qualche settimana alla Guizza per
poi essere rimandato a casa per manifesta inadeguatezza. Spero vivamente
di no. Mi auguro che Woodhouse debba
semplicemente solo ambientarsi maggiormente e inserirsi nei meccanismi di
gioco della squadra per mettere in mostra il suo talento. Con Eru in tribuna a causa di un acciacco
fisico e l'argentino Rocchia ancora non
utilizzato, il solo Su'a ha tenuto
alta la bandiera dei nuovi stranieri approdati al Petrarca quest'anno. E lo
ha fatto da par suo, come ci ha abituati finora. Un gran bel giocatore che spesso ha tenuto su quasi da solo la
baracca petrarchina conquistandosi a mio avviso il titolo di migliore in campo.
Angelo Volpe
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