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lunedì 13 ottobre 2014

PETRARCA RUGBY: SU’A DA SOLO NON PUO’ BASTARE

La delusione dei tifosi dopo la sconfitta di sabato contro Viadana.
Penné: ha sbagliato, ma è la squadra che si deve adeguare al metro degli arbitri.
Il punto di vista critico di Angelo Volpe.

Delusione.
Questo è il sentimento che resta dopo la partita di sabato persa contro Viadana. Una partita che si doveva e si poteva vincere per tanti motivi. A cominciare dal fatto che gli avversari non erano affatto superiori a noi e dunque meritavano di ricevere la "tariffa" dovuta. In secondo luogo perché il Petrarca doveva confermare quanto di buono fatto intravedere la settimana precedente a Rovigo nel derby. In terzo luogo perché una squadra che ha ambizioni  di play off non può perdere in casa contro avversari di questo livello. Invece è andata come sappiamo, con una squadra evanescente, quasi svogliata e deconcentrata in troppe occasioni. Ma, ancora più preoccupante, senza lasciar scorgere una struttura e una impostazione tattica convincente (3/4....?), senza riuscire a imporre il proprio gioco agli avversari, incapace di dare una scossa, di cambiare marcia, di scrollarsi di dosso il torpore che sembrava attanagliarlo. Certo, il Viadana ha giocato sporco, usando cinicamente e sistematicamente il fuorigioco per impedire ai nostri di ragionare e recuperare lucidità. Certo, l'arbitro Pennè, pur fischiando a tutto spiano, ha fatto del suo meglio per non tutelare il Petrarca dall'atteggiamento illegale del Viadana. Ma è anche vero che una squadra forte, convinta dei propri mezzi e motivata, si vede anche dalla capacità di reagire a situazioni come queste, riuscendo ad adeguarsi al metro di giudizio arbitrale e imponendosi sugli avversari invece di subirli.
Le cose migliori il Petrarca le ha mostrate quando ha giocato con sublime ignoranza, con la mischia in percussione continua, con reiterati tentativi di sfondamento con il pacchetto. Le due mete del primo tempo di Bigi e Bellini sono venute proprio così. Ma poi è calato il velo di abulia e di disattenzione. La meta-spettacolare dell'ala del Viadana che gli è valsa il titolo di man of the match (che esagerazione!) è l'esempio perfetto. Una fuga laterale in velocità senza un cambio di direzione, uno scarto, non una finta. Dritto come sui binari e tuttavia nessuno è riuscito a fermarlo, neanche fosse stato l'inarrestabile Jonah Lomu.
Jeremy Su'à: un talento che
da solo non basta al Petrarca
(ph Enrico DANIELE)
I giornali locali puntano unanimemente il dito accusatorio sulla scelta di non calciare per ottenere i tre punti. Vero. Meglio tre punti subito che forse una meta domani, per parafrasare il famoso proverbio. Il pubblico dalle tribune se l'è presa molto con l'arbitro Pennè che ha fischiato molto, ma senza vedere i falli reiterati del Viadana che era troppo spesso palesemente in fuori gioco. Ma sarebbe sciocco dare la colpa all'arbitro per la sconfitta. Il pubblico della tribuna, sempre lui, non ha mancato di sottolineare l'insipienza di Woodhouse, jolly australiano che dovrebbe fare la differenza in campo e che invece si è visto molto poco e mai in maniera determinante. Le solite linguacce maligne lo hanno paragonato a tale Milroy che anni addietro si è visto per qualche settimana alla Guizza per poi essere rimandato a casa per manifesta inadeguatezza. Spero vivamente di no. Mi auguro che Woodhouse debba semplicemente solo ambientarsi maggiormente e inserirsi nei meccanismi di gioco della squadra per mettere in mostra il suo talento. Con Eru in tribuna a causa di un acciacco fisico e l'argentino Rocchia ancora non utilizzato, il solo Su'a ha tenuto alta la bandiera dei nuovi stranieri approdati al Petrarca quest'anno. E lo ha fatto da par suo, come ci ha abituati finora. Un gran bel giocatore che spesso ha tenuto su quasi da solo la baracca petrarchina conquistandosi a mio avviso il titolo di migliore in campo.


Angelo Volpe

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