La
legge di Murphy in soccorso del Calvisano: non bastava Passacantando?
Controproducenti
gli insulti del pubblico all’arbitro: maleducazione e vezzo antisportivo, contrario ai
principi del rugby.
Il commento di Angelo Volpe.
À bout de souffle (All’ultimo respiro), era il titolo di
un famoso film degli anni ‘60 diretto dal maestro del cinema francese Jean-Luc Godard. Un thriller-drammatico che fa parte di
diritto della storia del cinema. E ieri all’ultimo respiro è terminata la
partita tra Petrarca e Calvisano. Che non passerà alla storia del rugby, ma che
resterà indigesta a lungo per come è
stata maturata. Incerta fino in fondo e persa dal Petrarca (o vinta dal
Calvisano) quando ormai non c’erano che solo una manciata di secondi alla fine
del tempo.
Uno sconsolato Andrea Moretti: ieri il Petrarca non meritava di perdere così. (ph Corrado Villarà) |
Se
fossi superstizioso, e non lo sono, penserei al malocchio. Il Petrarca in
questo inizio di stagione è stato bersagliato dalla sfortuna che ha lasciato in
infermeria a ripetizione fior di giocatori. Come per la famosa legge di Murphy, se c’è qualcosa che
teoricamente può andare storto, stiamone certi che succederà… Ieri contro il
Calvisano, quando la squadra era quasi del tutto al completo e con tutti i quattro gli stranieri finalmente
schierati in campo, è arrivata la meta
della disperazione nell’ultima azione all’ultimo secondo a sbarrare
nuovamente la strada della vittoria al Petrarca, consegnando i quattro punti al Calvisano che
gentilmente ha ringraziato passando alla cassa.
Vediamo
di ricapitolare cosa è successo in quei maledetti minuti finali a beneficio di
chi non avesse visto la partita. Il
Petrarca conduceva per 15-9 una partita quasi perfetta sul piano tattico.
Con la pioggia e un terreno viscido, difficile fare grandi giocate, per cui il
gioco di entrambe le squadre è stato utilitaristico cercando di avanzare di più rischiando di meno. Una
fiera dei calci tattici di spostamento e uno scontro fra mischie. Se non fossimo stati sull’ottimo terreno della
Guizza, avremmo assistito al più classico degli incontri di fango e sudore come
ai vecchi tempi. La possente e temibile
mischia del Calvisano è stata spesso
ridicolizzata da quella del Petrarca. Questo va detto a onore dei ragazzi
che hanno dato l’anima. Abbiamo visto alcune mischie nelle fasi topiche del
match (specie nel secondo tempo, giocato alla grande dal Petrarca) vinte di prepotenza e stappate di forza
dai tuttoneri. Abbiamo visto carrettini
di decine di metri in moule avanzante. Abbiamo visto la touche funzionare a dovere gestendo palloni su palloni in
sicurezza. Roba che fa brillare gli occhi e inorgoglire il cuore. Il punteggio
è stato in equilibrio per oltre un’ora, arrivando al massimo a sei punti di gap
quando il Calvisano ha immagazzinato due calci di vantaggio portandosi sul 6-0.
Gap recuperato dal precisissimo Fadalti
(5 su 5 alla fine!). Finché non si arriva al 15-9 a circa un quarto d’ora dalla
fine. In tribuna ci crediamo e volano occhiate d’intesa silenziosa, ma
speranzose e fiduciose. L’arbitro Passacantando
sta arbitrando piuttosto bene per i suoi standard (per il passato ho
ricordi da brividi dei suoi arbitraggi). Tutto questo fino a pochi minuti dalla
fine. Non più di un paio. C’è un placcaggio (di Giusti o Bettin (?), entrambi
col caschetto) sui 22. La palla non esce e l’azione è convulsa. Tutti si aspettano il fischio dell’arbitro
per il tenuto a terra. Il fischio arriva puntualmente ma – sorpresa! - è contro il Petrarca perché il
placcatore non avrebbe liberato la presa sull’uomo. Onestamente sfido chiunque
dalla tribuna a poter dire scientemente che la decisione dell’arbitro fosse
sbagliata. Sensazioni, passione, intuito, ma sicurezze assolutamente no. Pare, invece, che le sicurezze
abbondino e parte una salva di fischi
misti a insulti a carico di Passacantando. Le decisioni arbitrali vanno rispettate, ma su questo torneremo
dopo. La punizione a favore del Calvisano viene giocata con un calcio in touche
sui cui sviluppi (l’arbitro chiama “l’ultima azione” col tempo di gioco ormai
scaduto) arriva la meta che decide la
partita e la susseguente trasformazione. Per farla breve, se quel tenuto in
mischia non fosse stato fischiato a favore del Calvisano staremmo qui a
festeggiare una splendida vittoria sulla capolista. Invece…
Braham Steyn: la meta allo scadere del sudafricano (trasformata da Seymour) ha tolto la vittoria al Petrarca (ph Corrado Villarà) |
Invece
succede che, chi ha visto il filmato della partita faccia sapere che il fallo non c’era e c’era invece il tenuto
a favore del Petrarca. Il che (col senno di poi) cambia tutto! Nel dopo
partita ho chiesto direttamente ai giocatori la loro versione. Bettin e Conforti mi hanno assicurato che
il tenuto non c’era e che il giocatore era stato regolarmente liberato.
Dall’altra sponda, l’ex di turno
Augustin Cavalieri mi ha detto esattamente il contrario e cioè che la
decisione dell’arbitro sarebbe stata corretta. L’istinto mi suggerisce a chi
dare più retta fra le due versioni, ma non lo dico… Insomma ne sappiamo quanto
prima e resteremo col dubbio se quella di ieri sia stata una vittoria scippata dal Calvisano con la
gentile collaborazione dell’arbitro Passacantando oppure no.
E
qui si apre tutta una serie di considerazioni spinose a proposito della situazione del Calvisano nei confronti del
presidente federale Gavazzi e il ruolo
subalterno e non più indipendente degli arbitri. E’ storia ormai dibattuta
quotidianamente, anche perché il Gavazzi
non lascia passare giorno senza fare o dire qualcosa che alimenti la polemica.
Leggere i giornali o i blog specializzati per aggiornarsi sulla vicenda. In
pratica si parla apertamente di sudditanza
psicologica di tutto l’apparato federale, arbitri compresi, nei confronti
di Gavazzi, padre-padrone e proprietario semi occulto del Calvisano. Il piede in due staffe, squadra di club
e presidenza federale, proprio è una cosa ributtante (anche se pare che
formalmente sia ineccepibile), anche perché getta una brutta luce su qualunque episodio o avvenimento. A
cominciare da un fischio di Passacantando che assegna una punizione al
Calvisano invece che al Petrarca. Pensar
male è peccato, ma a volte (ahimè) ci si azzecca…
Un
ultimo accenno, che mi sta molto a cuore, per una questione di forma, che
è anche di sostanza. Ieri dalla tribuna sono partiti insulti a guardalinee
e arbitro già dopo pochi minuti di gioco, senza che fosse accaduto nulla di
particolare che giustificasse (ammesso che sia giustificabile) la sequela di
offese. A cosa serve insultare e
offendere? A nulla, se non a innervosire la terna arbitrale. E’ puro
autolesionismo, oltre che maleducazione
e vezzo antisportivo contrario ai principi del rugby. L’arbitro si rispetta
e le sue decisioni si accettano. Il che non
significa non criticare, ma senza fare ricorso a becere offese. Per non
parlare del tormentone di commenti su ogni decisione dell’arbitro. Sempre tutto
sbagliato, sempre tutto visto o non visto a seconda delle situazioni. Chissà
perché chi ha più fiato e voce altisonante degli altri è sempre chi di
regolamento ne capisce poco o nulla. La
stragrande maggioranza degli improperi a carico dell’arbitro si basa sul nulla,
dimostrando solo che non si conosce il rugby e le sue regole. Però si urla
forte a squarciagola. Imbarazzante e
avvilente per una piazza rugbystica e un pubblico di tradizione tra le più
importanti d’Italia. Ma queste intemperanze sono in fin dei conti lo specchio dei tempi che viviamo oggi.
Se non insulti e non offendi non sei nessuno…. I latini forse direbbero “Insulto
ergo sum”…
L’Eccellenza
riprenderà il 20 dicembre con il San Donà ospite alla Guizza. Purtroppo una sfida fra due deluse per cercare di
uscire dalla bassa classifica. Un mese di pausa nel corso del quale (il 14
dicembre) si disputerà la semifinale del Trofeo Eccellenza (ex Coppa Italia) a
cui dovrebbe partecipare il Petrarca, salvo sorprese dell’ultimo istante,
mancando ancora una giornata alla fine della prima fase. Per ora prendiamoci
una pausa per digerire la sconfitta di ieri che è molto, ma molto indigesta…
Angelo Volpe
Dissento sul fatto che il fallo fischiato non fosse valutabile dalla tribuna : ero vicino ai tifosi di Calvisano che si sono DISPERATI al fischio di Passacantando, tanto era evidente che dovesse essere a favore del Petrarca.
RispondiEliminaVa anche detto che nessun fischio c'è stato sui calci piazzati da calvisano in precedenza; non sarà elegante , ma contestare una decisione chiaramente sbagliata si fa anche nei "templi" del rugby come a cork , limerick o bath
Anch'io non sono d'accordo, non con l'autore dell'articolo, ma con il lettore Antonio Carraro. Non fischiare durante i calci di punizione avversari è un segno di sportività, cosa che dovrebbe essere la regola. Urlare imbecille al guardalinee a freddo (cioè a inizio partita) è solo maleducazione oltre che dimostrazione di non conoscenza di quali siano i compiti del guardalinee in campo.
RispondiEliminaBeati voi che riuscite a vedere così bene i falli che avvengono dentro in mischia dove spesso neanche le telecamere riescono a dissolvere dubbi.... supervista a raggi X ???
Michele
Sono d'accordo al 100% con Angelo. Ho riguardato a casa l'episodio del "tenuto" ed infatti il calcio era a favore del Petrarca, il placcatore è stato Woodhouse e non chi cercava di strappare la palla, quindi un potenziale 18 - 9 invece della beffa finale. Poi ci sarebbero stati altri episodi, alcuni pro altri contro, certo che quello del "tenuto" però è stato decisivo. La mischia del Petrarca vista ieri è stata veramente incontenibile, ha arato campo e Calvisano. Bravi ragazzi, dalla prossima si rimonta! Per quanto riguarda il pubblico, sembrava di essere ad una partita di calcio. I soliti "pour parler" urlati, finale con il tifoso del Calvisano che viene a chiedere il silenzio durante il piazzato del sorpasso, la gente che urla più forte, gesto dell'ombrello calvino che scatena il putiferio... Peccato per l'occasione persa (in tutti i sensi).
RispondiEliminaSandro P.
E' stato giustamente sottolineato il gestaccio compiuto dal tifoso del Calvisano che alla trasformazione vincente è venuto sotto la tribuna petrarchina facendo il gesto dell'ombrello. Un vero bifolco. E' proprio vero, per saper vincere ci vuole classe. E a Calvisano la classe non sanno neppure cosa sia.
RispondiEliminaSecondo me un errore arbitrale ci può stare. La cosa che lascia l'amaro è che, guardacaso, queste cose vanno sempre a favore di Calvisano...e non solo contro il Petrarca!!!
RispondiEliminaDai, gli incontri degli scorsi campionati erano praticamente arbitrati da Griffen...bastava che dicesse "arbitro, guarda quel pilone come incrocia.." e via che la mischia successiva l'arbitro come sotto ipnosi fischiava...è bello che ci siano persone carismatiche, e lui faceva bene ad approfittarsene...ma stava agli arbitri pensare con la loro testa!
Unica "critica" - spero costruttiva - all'articolo qui sopra...
credo che i fischi non siano - come mi sembra di interpretare leggendo - frutto di una interpretazione troppo sicura di quel che era veramente successo in quel momento (cioè dell'errore dell'arbitro). Credo siano frutto piuttosto della consapevolezza che Calvisano le ha spesso vinte in queste situazioni dubbie...
Mi fate esempi di "velo" fischiato in altre partite? per il 90%, il velo viene fischiato solo quando è commesso contro Calvisano! Fateci caso e venite a dirmi se non siete d'accordo. Ripeto, non sto criticando Calvisano per difendere il Petrarca, ho assistito a situazioni analoghe anche vedendo questa squadra contro le Fiamme Oro e anche contro altre squadre nelle dirette tv. Credo il pubblico si sia inviperito per l'ennesima conferma di questa tendenza, resa aspra inoltre dalla consapevolezza della difficoltà in cui erano stati messi i propri beniamini...
Mica